Le liti con la moglie, la pistola: il figlio di 16 anni lo fa arrestare
Montecatini Terme, i maltrattamenti in famiglia andavano avanti da tre anni
Un uomo di 51 anni è stato arrestato dai carabinieri di Montecatini Terme con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e detenzione abusiva di un’arma clandestina e ricettazione.
Dopo l’arresto, avvenuto più di una settimana fa, le indagini sono appena all’inizio. Secondo quanto ricostruito in un secondo momento dai carabinieri della Compagnia di Montecatini Terme, infatti, l’uomo in occasione di alcuni litigi in famiglia, avrebbe minacciato di morte la moglie mostrandole anche una pistola che — secondo quanto ipotizzato dall’accusa — deteneva illegalmente.
Allertati da una telefonata al numero di emergenza 112, i militari sono arrivati di fronte all’abitazione dove alcuni testimoni avevano segnalato un’accesa discussione. I carabinieri hanno trovato la donna, di 38 anni, originaria dell’Est Europa, terrorizzata dalle minacce del marito, avvenute anche alla presenza dei tre figli minorenni.
La donna ha confessato ai carabinieri i ripetuti maltrattamenti subiti nel corso di almeno tre anni a causa della gelosia del marito, con continui controlli sul cellulare, l’isolamento dagli amici e dalle amiche nonché con ripetute minacce di morte.
Di fronte alla gravità della situazione, nel corso del sopralluogo dei carabinieri nella casa, uno dei figli della coppia — uno studente di appena 16 anni — ha detto di aver visto poco prima addosso al padre un oggetto molto simile ad una pistola, nascosta tra la cintura e i pantaloni. La sua testimonianza è stata fondamentale. Sono così scattate le ricerche: grazie ad una accurata perquisizione, l’arma, una pistola Beretta calibro 9 con matricola abrasa, completa di munizioni, è stata rinvenuta in un capanno degli attrezzi dell’abitazione. Il 51enne è stato arrestato in flagranza di reato e trasferito in carcere di Prato.
I carabinieri hanno attivato i servizi sociali e nei prossimi giorni la vittima dei presunti abusi sarà ascoltata dagli investigatori che sono intenzionati a ricostruire con esattezza gli altri episodi che la donna avrebbe riferito al momento del loro intervento. L’intenzione degli inquirenti è anche quella di ascoltare i tre figli della donna, che saranno sentiti in audizione protetta e quindi alla presenza degli psicologi. Per la donna sono stati già stati attivati i protocolli previsti dalla Regione Toscana nel caso dei maltrattamenti e di violenza di genere sulle donne.