Il vagone verde diventa bistrot nel museo dei treni in miniatura
Turismo, arte, gastronomia: Hzero l’8 dicembre inaugura Tåg, ispirato ai modelli culturali svedesi e con un menu che guarda a Oriente
Quando si entra dal civico 1 di piazza degli Ottaviani l’effetto è straniante. Tra una sezione di loggiato, quello dell’antico Spedale delle Leopoldine che gira in piazza Santa Maria Novella davanti al Museo Novecento e l’ingresso del Museo Hzero dedicato al modellismo ferroviario, ci si trova davanti un grande vagone verde. Sembra quasi di essere arrivati al capolinea di una stazione di altri tempi.
Il treno però non si muove e a guardarlo bene si apre in un lungo bancone. Davanti, come in una strada pedonale, ci sono piccoli tavolini alla francon sopra giornali da sfogliare e intorno sedute in ferro dove concedersi una pausa per ordinare da mangiare. Si chiama Tåg che in svedese significa treno, ma è anche l’acronimo di «turismo arte e gastronomia» ed è il nuovo bistrot che dall’8 dicembre apre al pubblico, puntando a diventare un format di locale adatto ad essere inserito nei più diversi spazi museali. «Essendo svedese — racconta Fanny Isaksson, che già proprietaria della catena Shake Cafè, ha portato avanti l’idea assieme a Federico Masilla, amministratore delegato de Il Vizio, specializzato in ristorazione in hotel di lusso nella cucina fusion e sushi — ho sempre visto nei musei d’arte café, ristoranti e bistrot capaci di dialogare con lo spazio espositivo. Partiamo così da Firenze e dal Museo Hzero con l’obiettivo di creare un locale pilota capace di far dialogare l’anima artistico-museale con quella gastronomica». A dare forma al progetto è stato chiamato l’architetto Luigi Fragola. «Un treno che sta fermo, che ti aspetta senza che tu abbia il timore di perderlo rincuora — racconta — Per questo abbiamo voluto, ancese che legandoci al tema del Museo Hzero, riprodurre un grande vagone per il primo Tåg. Un treno che porta a scoprire uno spazio segreto: quello del Loggiato dell’Antico Spedale delle Leopoldine che è rimasto come intrappolato dentro la costruzione che venne edificata dopo il bombardamento della seconda Guerra Mondiale». Con la possibilità di offrire circa 80 coperti il bistrot, presenta così un menu «itinerante» seguendo come filo conduttore quello del vapore, anch’esso elemento caro all’immaginario dei treni. «Una curiosità che accomuna il viaggio di questo bistrot — ha spiegato Virginia Capozzi, amministratore delegato di Tåg — è proprio l’elemento del vapore che consentiva in origine ai treni di muoversi, e che troviamo nella scelta di alcuni piatti della cucina orientale dai sushi & rolls (prezzo da 9 euro), ai bao buns (da 6 euro) e dai Giapas (da 9 euro), agli Okonomiyaki (10 euro), pancakes salati giapponesi con pancetta, come nelle bevande che escono dalla macchina da caffè».
Virginia Capozzi, Ad Il vapore della locomotiva è il filo conduttore dei piatti