«Sì alle scuole d’estate, ma non di serie A e B»
Caro direttore, aprire le scuole a progetti che vadano oltre il calendario curriculare va bene, ma bisogna garantire a tutti le stesse opportunità. Il progetto firmato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che guarda a un’apertura nei mesi estivi delle scuole primarie e secondarie a fini di aggregazione e di sostegno alle famiglie, sembra lungimirante, anche se già negli ultimi anni qualcosa si era fatto in questa direzione, e certo non si può negare che affronti un tema importante. Ma l’idea che ciascuna singola scuola abbia l’opportunità di offrire più delle altre attivando risorse alternative, come volontariato e partecipazione esterna e anche università, presta il fianco alla creazione di possibili penalizzazioni per quelle realtà che per vari motivi hanno minori possibilità di attrazione di risorse, fossero solo anche umane. Insomma si potrebbe parlare di studenti di serie A e studenti di serie B. È giusto che ciascun istituto scolastico abbia un margine di autonomia nella definizione dei progetti didattici, ma è necessario garantire una sostanziale uniformità, aiutando proprio quelle realtà che possono incontrare i maggiori problemi organizzativi.
La scuola è il migliore strumento a nostra disposizione per affermare valori come la democrazia e l’uguaglianza, oltre a formare i nostri ragazzi, e ad essa si affidano le nostre speranze per un futuro migliore. Sta a noi dargli gli strumenti adeguati a svolgere il compito assegnato.
Mimma Dardano
Rischi L’idea che ogni istituto possa offrire di più attivando risorse esterne presta il fianco a possibili penalizzazioni