Odore d’incenso e gioielli di carta A Mida gli artigiani del mondo
Gli stand toscani e quelli italiani, e poi l’area dei Paesi stranieri. Viaggio tra le curiosità della fiera fiorentina
Gli sbandieratori e musici della Signoria, «Artigiani della storia», accolgono i visitatori alla Fortezza da Basso di Firenze nel primo giorno di Mida (Mostra Internazionale dell’Artigianato). Tra canti e danze, al Padiglione Spadolini inizia un viaggio nel fatto a mano della penisola, che parte dalle mongolfiere di cartapesta di «Circus» da Genova e prosegue con le borse di «Kosedautore» da Roma, pezzi unici con tessuti e ricami, stampe d’artista e immagini dedicate alle donne.
Dalla Valle d’Aosta Manuel Baravex ha portato i suoi Gnozina mi medievali intagliati nel legno. Ci sono anche le tazze, ricavate da un unico pezzo di legno, «il noce perché non rilascia tannino e possono essere utilizzate per uso alimentare», spiega Manuel. Sulle borse «Momart» di Antonella Veroni spuntano Snoopy, lo Stregatto, Minù degli Aristogatti dipinti a mano sulla pelle o sul canvas; con «Spazio Teti mosaico» da Venezia si può costruire il proprio presepe di vetri colorati. Ancora Italia, ma soprattutto Toscana, negli altri padiglioni della Fortezza da Basso: la Polveriera, dove alla mostra allestita da Le Arti Orafe (LAO) si rimane incantati dalla corona di Carlo Magno realizzata da Xinyi Chen con materiali di riciclo e dai suoi gioielli creati con rifiuti elettronici, ma anche dagli oggetti marmorei, tra cui una collana e un anello, di Hasan Kurd. Alla Palaz
Lorenese, tra i «Pezzi Unici» di Confartigianato, lo stand «Skimmato» di Torre d’arte, con i coloratissimi foulard dello street artist Skim. Nel «Viaggio in Italia. Artigianato e design» alla Sala Volta ci si può imbattere in una sella da salto (Pariani Selle 1903).
Fra tradizione e innovazione, al padiglione Ghiaie che ospita «Artefacendo» di Cna Firenze, c’è Yoshiko Kondo di Sogni Dipinti con i suoi minuscoli origami e gli orecchini prodotti con carte fatte a mano da artigiani giapponesi; c’è «Laboratorio elementi» che esprime bellezza attraverso la natura, che si sposa con il vetro e la ceramica dando vita a piccoli sogni. Il padiglione internazionale ti inebria con il suo profumo d’incenso. Se ne trovano di tutti i tipi, anche quelli con le resine colorate propiziatorie alla pace, all’amore e contro il malocchio e l’invidia. Ci sono i colori, i sapori, i suoni di tante terre, dall’Iran all’India al Marocco, al Perù. Beshir dalla Tunisia, vicino al suo stand di ceramica, crea al tornio vasetti della grandezza di un pollice, con argilla profumata al gelsomino. Li regala ai visitatori, dopo avervi scritto sopra il loro nome in arabo. Dalla Cina il Maestro Wang Yaoping’s plasma a mano personaggi bucolici e segni zodiacali con il fango, mentre intorno a lui si racconta la storia del suo paese attraverso video, scritti, fotografie. Il piccolo Gabriele, quattro anni, esce soddisfatto dalla sua prima Mostra dell’Artigianato, giocando con un piccolo tamburello colorato. È contento, si è divertito, e dice che la cosa che più gli è rimasta impressa è una riproduzione di Palazzo Vecchio.