Corriere Fiorentino

Avanti a singhiozzo fino a Bologna fra strettoie, chiusure e deviazioni

L’imbuto fra Calenzano e Barberino, i tamponamen­ti, tanti chilometri a passo d’uomo

- Di Matteo Lignelli

Andare da Firenze a Bologna o in generale in Emilia Romagna attraverso l’A1 è una vera e propria impresa. Non c’è una parola che definisce in maniera migliore un tragitto che più a singhiozzo non potrebbe essere tra incidenti (se ne possono trovare anche un paio nella stessa tratta), restringim­enti o uscite obbligate dovute ai lavori, e chilometri da percorrere in una sola corsia per la folta presenza dei camion. Finché non iniziano a sorpassars­i tra loro.

Il tratto nord dell’A1 toscana è insomma un terno a lotto. Sai quando parti e non quando arrivi perché nel mezzo all’ingorgo può succedere di tutto. Ogni strategia viene resa vana dagli eventi. L’unica certezza è che prima o poi c’è da stare in coda, che sia di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista (la famosa «Chiesa dell’autostrada») poco prima dell’area di sosta Firenze Nord, o sull’Appennino. Chi prova a partire la mattina puntualmen­te viene smentito dal classico incidente quotidiano. Quando abbiamo effettuato questa «prova», ad esempio, si era formata una coda infinita dopo che un’auto aveva urtato un mezzo di Autostrade e preso fuoco. Al contrario, fino a poche settimane fa la sera si doveva fare i conti con le chiusure nel Mugello, col risultato di trovarsi a circumnavi­gare Bilancino insieme ai Tir.

Quando ci siamo immessi sull’A1, nel pomeriggio, ci ha subito accolto un cartello che segnalava un altro incidente, stavolta al km 276, e che aveva provocato 4 km di coda. Partiti alle 12.35, solo alle 13.30 siamo arrivati a Calenzano dopo aver viaggiato a passo d’uomo. Qui ci ha accolto una riduzione a due corsie dovuta a un cantiere, e un altro rallentame­nto. Lungo la coda, assistiamo anche a una bella litigata dovuta a una bisarca (i carri che trasportan­o le macchine) che continuava a fare zig-zag tra le corsie, irritando il conducente di una Jeep che è sceso di macchina ed è andato ad offenderlo al finestrino. Non è certo una novità per il Far West che diventa quel tratto dell’A1 ogni giorno. E, va ammesso, non è facile resistere al nervosismo.

Solo superando il punto dell’incidente (lo ripetiamo, ce ne sono a bizzeffe) abbiamo ricomincia­to a viaggiare a una velocità decente, anche se a una corsia perché quella a destra restava interament­e occupata dai camion. Loro, sì, fermi immobili in coda. Sulla sinistra ci accompagna­va invece una rete rossa che aveva il compito di coprire i lavori in corso. Alle 13.40, a un’ora precisa dalla partenza, si riusciva ad andare senza intoppi, comunque sempre su una corsia. Dall’altezza di Barberino in poi si è diradata anche la fila dei Tir.

Alle 13.50 siamo arrivati all’altezza dell’uscita Firenzuola senza aver trovato impediment­i a parte l’ennesimo restringim­ento della carreggiat­a. Ben più tranquillo il viaggio di ritorno, in cui siamo riusciti a tenere il piede sull’accelerato­re e non sul freno e ad andare a una velocità costante. Ma negli orari di punta la situazione peggiora anche lì. Un ingorgo perenne.

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Poco dopo Firenze Nord nei pressi di Calenzano c’è l’imbuto dovuto ai lavori e alla massiccia presenza di Tir
Caos Poco dopo Firenze Nord nei pressi di Calenzano c’è l’imbuto dovuto ai lavori e alla massiccia presenza di Tir

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