Avanti a singhiozzo fino a Bologna fra strettoie, chiusure e deviazioni
L’imbuto fra Calenzano e Barberino, i tamponamenti, tanti chilometri a passo d’uomo
Andare da Firenze a Bologna o in generale in Emilia Romagna attraverso l’A1 è una vera e propria impresa. Non c’è una parola che definisce in maniera migliore un tragitto che più a singhiozzo non potrebbe essere tra incidenti (se ne possono trovare anche un paio nella stessa tratta), restringimenti o uscite obbligate dovute ai lavori, e chilometri da percorrere in una sola corsia per la folta presenza dei camion. Finché non iniziano a sorpassarsi tra loro.
Il tratto nord dell’A1 toscana è insomma un terno a lotto. Sai quando parti e non quando arrivi perché nel mezzo all’ingorgo può succedere di tutto. Ogni strategia viene resa vana dagli eventi. L’unica certezza è che prima o poi c’è da stare in coda, che sia di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista (la famosa «Chiesa dell’autostrada») poco prima dell’area di sosta Firenze Nord, o sull’Appennino. Chi prova a partire la mattina puntualmente viene smentito dal classico incidente quotidiano. Quando abbiamo effettuato questa «prova», ad esempio, si era formata una coda infinita dopo che un’auto aveva urtato un mezzo di Autostrade e preso fuoco. Al contrario, fino a poche settimane fa la sera si doveva fare i conti con le chiusure nel Mugello, col risultato di trovarsi a circumnavigare Bilancino insieme ai Tir.
Quando ci siamo immessi sull’A1, nel pomeriggio, ci ha subito accolto un cartello che segnalava un altro incidente, stavolta al km 276, e che aveva provocato 4 km di coda. Partiti alle 12.35, solo alle 13.30 siamo arrivati a Calenzano dopo aver viaggiato a passo d’uomo. Qui ci ha accolto una riduzione a due corsie dovuta a un cantiere, e un altro rallentamento. Lungo la coda, assistiamo anche a una bella litigata dovuta a una bisarca (i carri che trasportano le macchine) che continuava a fare zig-zag tra le corsie, irritando il conducente di una Jeep che è sceso di macchina ed è andato ad offenderlo al finestrino. Non è certo una novità per il Far West che diventa quel tratto dell’A1 ogni giorno. E, va ammesso, non è facile resistere al nervosismo.
Solo superando il punto dell’incidente (lo ripetiamo, ce ne sono a bizzeffe) abbiamo ricominciato a viaggiare a una velocità decente, anche se a una corsia perché quella a destra restava interamente occupata dai camion. Loro, sì, fermi immobili in coda. Sulla sinistra ci accompagnava invece una rete rossa che aveva il compito di coprire i lavori in corso. Alle 13.40, a un’ora precisa dalla partenza, si riusciva ad andare senza intoppi, comunque sempre su una corsia. Dall’altezza di Barberino in poi si è diradata anche la fila dei Tir.
Alle 13.50 siamo arrivati all’altezza dell’uscita Firenzuola senza aver trovato impedimenti a parte l’ennesimo restringimento della carreggiata. Ben più tranquillo il viaggio di ritorno, in cui siamo riusciti a tenere il piede sull’acceleratore e non sul freno e ad andare a una velocità costante. Ma negli orari di punta la situazione peggiora anche lì. Un ingorgo perenne.