Vannacci turba anche i leghisti «Candidarlo è un passo indietro»
Conti critico, Schmidt glissa: mai conosciuto. Ceccardi: sui disabili totale disaccordo
È ben di più di qualche maldipancia lo scontento che cresce in Toscana per la candidatura del generale Roberto Vannacci alle elezioni europee. Soprattutto perché le contrarietà arrivano anche dal partito che lo candida, la Lega. Anche alla luce delle ultime dichiarazioni, che hanno fatto sollevare anche la Cei. Oltre a una buona dose di militanti delusi, che preferiscono restare in sordina per non rischiare le ire del lìder maximo Matteo Salvini, sono numerosi i distinguo di leghisti amministratori di peso, come il sindaco di Pisa Michele Conti, la consigliera regionale Elisa Montemagni, l’europarlamentare ricandidata Susanna Ceccardi. «Sulle classi separate per disabili sono in totale disaccordo» dice quest’ultima al Corriere della Sera, che però sulla candidatura preferisce non esprimersi. «Su alcuni temi — spiega invece Montemagni — la pensiamo allo stesso modo, però Vannacci stesso ha precisato si candida nella Lega come indipendente e credo normale che alcune idee non siano in linea con le mie. Certo la democrazia è bella perché puoi scegliere chi votare e chi no». Si capisce che la sua preferenza andrà ad altri.
«Vannacci — dice direttamente il sindaco di Pisa — è un passo indietro rispetto alla selezione della classe dirigente che dovrebbe avere un partito di governo». Conti esprime tutto il suo disorientamento: «Capisco benissimo le esigenze del marketing politico da adottare per le elezioni europee, consultazioni diverse da quelle locali o regionali, ma con Vannacci si fa un passo indietro rispetto a una storia politica di centrodestra, e in particolare della Lega, dal buon governo di Zaia e Giorgetti al ricorso a bandiere ideologiche ammainate da tempo». Poi la riflessione sulla classe dirigente. «Il centrodestra in Toscana — dice Conti — ha dimostrato negli ultimi anni di avere uomini all’altezza. Lo ha fatto sul campo, amministrando molti Comuni fra cui sette capoluoghi su dieci. Ha saputo dimostrarsi attrattivo per le migliori energie della società civile, pronte a scendere in campo attraverso le liste civiche che allargano il campo del centrodestra, riconoscendo il buon governo e la leadership istituzionale dei sindaci. Così è successo a Pisa, a Pistoia, a Massa, a Siena e anche in altri comuni più piccoli. Verso un civico che ha dimostrato capacità manageriali non comuni è ricaduta la scelta del centrodestra fiorentino, che candida Eike Schmidt a Firenze, a cui faccio il mio più grande in bocca al lupo. Credo che per le prossime sfide — segna la strada Conti — si debba attingere a questo bacino, a chi lavora con serietà sul territorio, per dimostrarsi credibili verso i cittadini toscani».
Chiamato in causa a domanda diretta, Schmidt sceglie di sviare per non scontentare nessuno: «Non l’ho mai incontrato e non ho letto il suo libro, sto attualmente leggendo Il destino degli eredi di William Golding», dice.
Eppure la contendente Sara Funaro, candidata sindaco Pd, lo aveva chiamato, con un tweet, a rispondere alla polemica: «Schmidt non vede la destra intorno a sé? “Mussolini un grande statista” e “bambini disabili in classe separate” sono le parole da brividi del candidato della Lega che lo sostiene a Firenze. L’estrema destra ce l’ha in casa, cammina fianco a fianco a lui. Vergogna. Discriminazione e ghettizzazione non possono e non devono essere il futuro», scrive Funaro. Il sindaco Dario Nardella, avversario di Vannacci alle Europee, chiama il generale a una sfida diretta e bolla le sue posizioni come «medievali»: «Il modo in cui affronta il tema importantissimo dei bambini disabili a scuola è orribile e fa paura».
Fronte centrosinistra Funaro attacca Schmidt: ha l’estrema destra al fianco. Nardella: dal generale idee spaventose