I DIRITTI NELL’ERA UN’INTESA TRA AGCOM E UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Caro direttore, oggi nella bella sede di Villa Ruspoli, la rettrice dell’Università degli Studi di Firenze e il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni firmano un importante accordo di collaborazione tra le due istituzioni nelle aree giuridiche, economiche, sociologiche e tecnico-scientifiche.
Perché questo accordo è così rilevante? Bisogna muovere, innanzitutto, da quel che fa l’Autorità, meglio nota come Agcom. Di solito, tutti ci accorgiamo di questa Autorità sotto elezioni; l’Agcom, infatti, è il l’istituzione cui è affidato il rispetto della par condicio nella propaganda e informazione politica tra i partiti. Ma questa è solo una piccola parte delle sue competenze; l’Autorità, in realtà, svolge un ruolo delicatissimo in una società democratica e pluralista qual è la nostra: oltre a tutelare i consumatori e, in generaa regolare il settore delle comunicazioni elettroniche e delle Poste, garantisce il diritto costituzionale ad una informazione libera e plurale nel contesto della comunicazione che oggi è un mercato. Ebbene, questo mercato è stato completamente rivoluzionato dall’avvento del digitale. Se le comunicazioni venti o trenta anni fa, oltre la carta stampata, erano rappresentate solo da radio e televisione, oggi siamo passati a Netflix, Disney Channel ovvero ad Instagram e TikTok.
E, proprio nel pieno di questa rivoluzione, si inserisce l’idea della convenzione tra Agcom e Università di Firenze. La rivoluzione digitale e la diffusione di Internet a partire dalla fine degli anni Ottanta, ha completamente ridisegnato gli assetti nel mondo della comunicazione. A partire dal fenomeno della «convergenza»: ovverosia lo spostamento sulla rete digitale di tutti i servizi di comunicazione (voce, testo, video). Eppure, alla rete nessuno accede direttamente; occorrono, quantomeno, un computer — o ancora più comunemente oggi un telefono — ma soprattutto necessita un punto di accesso. E questi punti di accesso sono monopolizzati dai grandi motori di ricerca e dalle cosiddette piattaforme social. Con le nuove opportunità, quindi, sono arrivate le minacce: la disinformazione, le nuove discriminazioni, le censure digitali e così via.
È evidente, quindi, che in un mondo così, il compito di proteggere i diritti costituzionali è diventato infinitamente più complesso. In questo contesto è intervenuta l’Europa con un recente Regolamento, il cosiddetto Digital Services Act (Dsa). È una nuova discile, plina delle piattaforme social che, per la prima volta nel mondo, pone regole stringenti di responsabilità per le piattaforme e di tutela degli utenti dei servizi digitali.
L’Agcom — assieme alla Commissione Europea — è l’autorità incaricata di far rispettare queste nuove regole di Bruxelles. Proprio su questo tema, dopo la firma della convenzione, si svolgerà un primo seminario di approfondimento, introdotto dallo stesso presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella. È indubbio, infatti, che questa sfida inedita chiede all’Autorità nuove competenze e studi aggiornati; così come, per l’Università di Firenze, rappresenta un’occasione unica non solo per svolgere la sua funzione di ricerca, ma anche per formare nuovi laureati (giuristi, economisti, sociologi o ingegneri, etc.) per settori professionali in grande espansione, in cui sono ricercatissimi profili all’altezza, proseguendo così una tradizione di eccellenza e competenza sui temi dell’informazione, che risale a Paolo Barile ed ha sempre qualificato il nostro Ateneo fiorentino. Una bella opportunità in cui ancora una volta si dimostra quanto sia decisiva per il nostro futuro, l’alleanza tra scienza e istituzioni, tra formazione superiore e amministrazioni dello Stato di alto livello.
Servono competenze nuove, studi aggiornati per tutelare gli utenti e far rispettare le regole