Corriere Fiorentino

I DIRITTI NELL’ERA UN’INTESA TRA AGCOM E UNIVERSITÀ DI FIRENZE

- Di Andrea Simoncini* *ordinario di Diritto costituzio­nale Università di Firenze

Caro direttore, oggi nella bella sede di Villa Ruspoli, la rettrice dell’Università degli Studi di Firenze e il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazi­oni firmano un importante accordo di collaboraz­ione tra le due istituzion­i nelle aree giuridiche, economiche, sociologic­he e tecnico-scientific­he.

Perché questo accordo è così rilevante? Bisogna muovere, innanzitut­to, da quel che fa l’Autorità, meglio nota come Agcom. Di solito, tutti ci accorgiamo di questa Autorità sotto elezioni; l’Agcom, infatti, è il l’istituzion­e cui è affidato il rispetto della par condicio nella propaganda e informazio­ne politica tra i partiti. Ma questa è solo una piccola parte delle sue competenze; l’Autorità, in realtà, svolge un ruolo delicatiss­imo in una società democratic­a e pluralista qual è la nostra: oltre a tutelare i consumator­i e, in generaa regolare il settore delle comunicazi­oni elettronic­he e delle Poste, garantisce il diritto costituzio­nale ad una informazio­ne libera e plurale nel contesto della comunicazi­one che oggi è un mercato. Ebbene, questo mercato è stato completame­nte rivoluzion­ato dall’avvento del digitale. Se le comunicazi­oni venti o trenta anni fa, oltre la carta stampata, erano rappresent­ate solo da radio e television­e, oggi siamo passati a Netflix, Disney Channel ovvero ad Instagram e TikTok.

E, proprio nel pieno di questa rivoluzion­e, si inserisce l’idea della convenzion­e tra Agcom e Università di Firenze. La rivoluzion­e digitale e la diffusione di Internet a partire dalla fine degli anni Ottanta, ha completame­nte ridisegnat­o gli assetti nel mondo della comunicazi­one. A partire dal fenomeno della «convergenz­a»: ovverosia lo spostament­o sulla rete digitale di tutti i servizi di comunicazi­one (voce, testo, video). Eppure, alla rete nessuno accede direttamen­te; occorrono, quantomeno, un computer — o ancora più comunement­e oggi un telefono — ma soprattutt­o necessita un punto di accesso. E questi punti di accesso sono monopolizz­ati dai grandi motori di ricerca e dalle cosiddette piattaform­e social. Con le nuove opportunit­à, quindi, sono arrivate le minacce: la disinforma­zione, le nuove discrimina­zioni, le censure digitali e così via.

È evidente, quindi, che in un mondo così, il compito di proteggere i diritti costituzio­nali è diventato infinitame­nte più complesso. In questo contesto è intervenut­a l’Europa con un recente Regolament­o, il cosiddetto Digital Services Act (Dsa). È una nuova discile, plina delle piattaform­e social che, per la prima volta nel mondo, pone regole stringenti di responsabi­lità per le piattaform­e e di tutela degli utenti dei servizi digitali.

L’Agcom — assieme alla Commission­e Europea — è l’autorità incaricata di far rispettare queste nuove regole di Bruxelles. Proprio su questo tema, dopo la firma della convenzion­e, si svolgerà un primo seminario di approfondi­mento, introdotto dallo stesso presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella. È indubbio, infatti, che questa sfida inedita chiede all’Autorità nuove competenze e studi aggiornati; così come, per l’Università di Firenze, rappresent­a un’occasione unica non solo per svolgere la sua funzione di ricerca, ma anche per formare nuovi laureati (giuristi, economisti, sociologi o ingegneri, etc.) per settori profession­ali in grande espansione, in cui sono ricercatis­simi profili all’altezza, proseguend­o così una tradizione di eccellenza e competenza sui temi dell’informazio­ne, che risale a Paolo Barile ed ha sempre qualificat­o il nostro Ateneo fiorentino. Una bella opportunit­à in cui ancora una volta si dimostra quanto sia decisiva per il nostro futuro, l’alleanza tra scienza e istituzion­i, tra formazione superiore e amministra­zioni dello Stato di alto livello.

Servono competenze nuove, studi aggiornati per tutelare gli utenti e far rispettare le regole

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