Gli orti, le ceramiche: Mika racconta la sua Toscana
Il 19 luglio sarà per la prima volta al Lucca Summer Festival con il tour ricco di idee e colori. «Qui ho casa, nelle feste si mischiano conti e giardinieri»
Un’esplosione di energia, colore e allegria, nel puro stile Mika. L’unica tappa italiana del tour europeo «Apocalypse Calypso» che la popstar brit-americano-libanese sta dedicando al suo ultimo album, Que ta tête fleurisse toujours, è attesa il 19 luglio in piazza Napoleone, al Lucca Summer Festival.
«Non vedo l’ora. Ho sempre voluto partecipare a quel festival mitico», commenta Michael Holbrook Penniman Jr. (in arte Mika) in una conferenza stampa in streaming da Londra che l’italiano impeccabile e l’indistinguibile allure scanzonata (non superficiale) trasformano in una chiacchierata tra amici. «Lucca è perfetta per il mio unico concerto italiano dell’estate, che preannuncia tante altre attività che farò in Italia. Tra l’altro è ormai la mia seconda casa. Lì ho festeggiato il Capodanno con tutta la famiglia. Ho anche lanciato petardi in piazza con mio nipote; ma non ditelo a nessuno», dice l’artista che da sei anni ha una casa-studio sulle colline di Santa Maria a Marciola (Scandicci).
«Non ho scelto la Toscana per la cucina. C’è un grosso problema: tutti i ristoranti di Firenze propongono gli stessi piatti, a prezzi impossibili. Amo piuttosto viaggiare un’ora per raggiungere uno dei migliori orti biologici d’Italia; comprare le ceramiche a Montelupo o i cestini dal mio amico Aldo a San Casciano; chiacchierare con le signore della Coop o condividere con Gianfranco Pampaloni, anarchico dell’argento, serate che sembrano film anni 60. Nelle mie feste in giardino si mischiano conti e giardinieri. Se non vuoi vivere questo, inutile che tu stia in Toscana», dice Mika.
Poi rivela che proprio in Toscana ha ricucito uno strappo con il suo compagno Andreas Dermanis, con cui tra poco festeggerà 19 anni di relazione. «Avevamo litigato. Sentii il bisogno di fuggire. Dovevo entrare in una bolla per poter scrivere musica. Noleggiai un’auto, lasciai Londra e viaggiai da Nord a Sud: Piemonte, Brianza, Roma... L’ultimo giorno scoprii un piccolissimo paese sconosciuto (non Greve in Chianti, né Fiesole), dove trovai tanta energia: un posto perfetto per scrivere. Trovai casa, la sistemai, poi chiamai Andreas e gli dissi: “Il 9 luglio arriverà il fonico; se vieni l’8 bene, altrimenti capirò. Arrivò». La Toscana li riunì.
Il mix culturale mi ha portato a essere naïf e per questo sempre un po’ rifiutato Ho risposto con un atteggiamento da enfant terrible e il pubblico mi ha capito
nd
Oltre a riproporre le sue hit (da Grace Kelly a We Are Golden, Blame It On The Girls e Rain) a Lucca presenterà le 12 tracce dell’unico album interamente in francese. «Questo album mi ha riconnesso con i miei colori, senza diluirli, senza aver paura di esprimermi in totale libertà; e ha permesso alla gente di entrare nella mia testa e nella mia vita in relazione al mio rapporto con la Francia», spiega l’artista che nell’ultima settimana si è esibito in 5 Paesi, cantando in 4 lingue diverse. «Quando ho iniziato a fare questi salti mortali avevo 25 anni; adesso inizio a cercare le vitamine, come mia nonna che prima di un momento importante andava verso lo zucchero», commenta. L’energia non gli manca, anzi. «Sono super-felice di portare in Italia uno show che mischia il teatro con il mio mondo musicale che, come le culture da cui provengo, è multiforme: è pop ma va verso la classica e l’elettronica. Apocalypse Calypso è un tour molto ambizioso, saturo di idee, colori, grafiche, animazioni... Penserete di stare a teatro, poi vi ritroverete a ballare come in un rave degli anni 90 a Manchester. E ci saranno chicche esclusive per l’Italia», annuncia il cantante e showman libanese che con il suo album di debutto, Life In Cartoon Motion ,ha registrato ad oggi oltre 2,8 miliardi di stream, e si è fatto conoscere dal pubblico televisivo come giudice di X Factor Italia, con il suo varietà Stasera Casa Mika e con la co-conduzione degli Eurovision 2022, da Torino. «L’Italia a Malmoe ha una grande chance con Angelina Mango, fortissima», dice. E promette di raccontare attraverso la musica il suo rapporto con l’Italia, con la consueta ludica allegria. «L’allegria infantile è una forma di resistenza. Il mix culturale mi ha portato ad essere naïf e, per questo, sempre un po’ rifiutato (a scuola, in conservatorio, dalle case discografiche): ho risposto con un atteggiamento da enfant terrible. Il pubblico mi ha capito».