I ricordi preziosi di un nonno quasi centenario
La guerra, la famiglia, gli amici: l’emozionante autobiografia di Aldo Alberto Bonan
Cronache Marziane èil racconto di una vita, ma è anche un pezzo di storia d’Italia. Sono le parole di «un nonno quasi centenario» racchiuse in un testo che è un dono prezioso per i nipoti, ma anche per chiunque avrà la fortuna di leggerlo.
Parole che Aldo Alberto Bonan mette sul foglio con la delicatezza di chi è arrivato a un punto della sua esistenza in cui tutto diventa fragile, anche i ricordi. «Sono giunto a un momento della mia vita in cui scompaiono improvvisamente nomi e fatti del passato», scrive all’inizio del suo libro edito da Porto Seguro, e li ricerca in un vecchio diario e in un’altra opera di quando aveva vent’anni. Così, tornano alla luce persone e fatti: incontri straordinari, come quelli con Pampaloni e Montanelli; affetti vissuti e poi perduti; amicizie e amori che si intrecciano agli orrori della guerra, in un lungo percorso che comincia con un bambino amato e felice, sulle acque del Lago d’Iseo. Curioso, amante fin da piccolo della lettura, dei classici, come il padre farmacista del paese, circondato dall’affetto dei genitori, della cara mamma e del nonno paterno i cui «occhi riflettevano il cielo imbronciato delle montagne perché raramente erano ridenti, anche se, in fondo in fondo, il suo sguardo era dolce»; dello zio che lo accoglie in casa durante la guerra.
Un bambino cresciuto in «un mondo sereno fatto di piccole cose che ti restano nel cuore» fino a un lunedì di Pasqua del 1943, a cui «seguirono giorni nei quali la tristezza aveva il sopravvento sulla gioia di vivere». Anni che lo metteranno di fronte a dure prove, forgiando un ragazzo e poi un uomo che nonostante abbia più volte visto la morte in faccia, sia arrivato a perdere tutto, ha trovato la forza per andare avanti, per proseguire gli studi, per diventare un medico stimatissimo in Toscana, evocata tra le pagine da Montale a Siena, da Castiglioncello a Forte dei Marmi alla sua Firenze. Una persona buona e gentile, come traspare dal ricordo degli amici, della sua famiglia; che non ha mai perso il suo spirito, con una grande fede. Il finale, tutto per l’adorata moglie Giovanna, è una riflessione sulla vita e sulla morte, un desiderio di restare ancora sulla terra, con la serenità di poterla lasciare, consapevole che non perderà i suoi affetti più cari. «Il mio spirito allora si placa e guarda sereno verso l’alto nella speranza di un’eternità senza rimpianti né malinconie, ma ricca di amore che sarà così tanto da ricongiungermi su questa Terra per vivere ancora con quanto pensavo di aver perduto».