A spasso con Dante e coi calcianti Scoprire Firenze con Pinocchio
A Palazzo Vecchio la storia del burattino che incontra i grandi della città riscritta da Ruth Cardenas Vettori coi disegni di Grazia Tomberli
Due donne, un sogno e una magia di parole e immagini che si librano come bolle di sapone per raccontare Firenze attraverso gli occhi e la gioiosità di un bambino che scopre monumenti, piazze e chiese, dialogando con i suoi antenati, fondatori della bellezza della città.
È il sogno di Ruth Cardenas Vettori, che intreccia il realismo magico della sua terra di origine, la Bolivia, con l’Umanesimo fiorentino, nella mostra Passeggiando per Firenze con Pinocchio in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. È così il più famoso burattino della storia, pervaso dalla noia di essere di legno di fronte alle nefandezze del Terzo Millennio, decide di scappare dal libro con la complicità delle vocali e delle consonanti e si avvia verso la «Città della Luce», non più burattino, ma bimbo pervaso dal desiderio di conoscenza. Inizia dalla stazione di Santa Maria Novella il viaggio di Pinocchio, che prende per mano il visitatore in 93 tappe nei luoghi più belli di Firenze, rappresentati dai disegni delicati e poetici di Grazia Tomberli, che si riempiono di colore nei personaggi, nei dettagli, negli animaletti che hanno nomi di piatti fiorentini, come il cane Panzanella, la capra Bruschetta, lo scarafaggio Berlingaccio, il furetto Ramerino. Con la curiosità dei bambini, Pinocchio si diverte sulla macchina volante dello zio Leo/Leonardo da Vinci, «supereroe meglio di Harry Potter»; stipula un «patto di famiglia» con Anna Maria Luisa de’ Medici, la zia Luigina fatina dei Beni Culturali; gioca a cavalluccio della statua dello zio Durante detto Dante in Piazza Santa Croce; sguazza nell’acqua della Fontana del Nettuno col mitico Biancone; canticchia La porti un bacione a Firenze sulla tramvia in direzione dell’Accademia neoplatonica di Careggi. E poi, incontri con personaggi straordinari, da Michelangelo a Dante influencer mondiale della cultura a Leonardo, Brunelleschi, Donatello, Botticelli, Boccaccio, Petrarca e tutta l’allegra «Brigata dei Crusconi». «Pinocchio è stato un personaggio della mia infanzia, mi faceva sognare — racconta Ruth — Io lo leggevo e lo consideravo un amico che mi diceva: “Guarda che sognare fa bene, perché la vita è un sueño”. Quando sono venuta in Italia e ho visto da vicino Dante e Pinocchio, questi due nasi importanti della mia vita che sono venuti a odorare le mie malinconie, uno nella mia infanzia, l’altro nella mia adolescenza, vederli dal vivo, leggere nella propria lingua queste due opere è stato fantastico. Mi sono detta che ero sulla via giusta di congiungere le mie fantasie: il realismo magico con l’Umanesimo e il Rinascimento fiorentino». Meravigliosa Ruth, donna forte delle Ande e anima delicata, che con le sue parole e la sua fantasia ha fatto un grande dono a Firenze, che tocca il cuore: un gioco per i bambini, una scoperta per gli adolescenti, qualcosa di più profondo per gli adulti. Nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, fino a martedì 21 maggio, con ingresso libero.
A volte si diverte sulla macchina volante di zio Leonardo da Vinci e a volte stipula un patto di famiglia con Anna Mari Luisa dei Medici