Corriere Fiorentino

Modigliani, il mistero di Medea. Ora all’asta

Dalla Sardegna alla Galleria Pananti che rilancia l’attribuzio­ne all’artista dodicenne

- Loredana Ficicchia

Se a Iglesias chiedi in giro di questo dipinto, nessuno si sorprende. Sono in tanti a conoscere le alterne vicende del delizioso quadretto che Filippo Pananti, amministra­tore della casa d’aste di famiglia, pungolato dalle insistenze dell’amico scultore Marco Lodola, è andato a recuperare in Sardegna dall’ultima erede, l’anziana Gabriella Meloni.

Lo metterà all’incanto il 31 maggio a Firenze (base d’asta 700 mila euro), insieme a sette fogli di Amedeo Modigliani e quattro rari olii della bella moglie, Jeanne Hèbuterne, anche lei pittrice, suicida a 21 anni. Era incinta di otto mesi quando decise di lasciare il mondo, due giorni dopo la morte del marito. Il delizioso quadretto (32x23 cm) raffigura la giovane Medea Taci, morta nel 1898 all’età di vent’anni a causa di una meningite fulminante. L’autore di quest’opera commemorat­iva probabilme­nte realizzata su una fotografia è da tanto tempo al centro di un dibattito attributiv­o e secondo alcuni studiosi l’autore sarebbe l’allora dodicenne Amedeo Modigliani, amico di famiglia dei Taci, titolari dell’albergo Leon d’oro a Iglesias, che con la sua famiglia (suo padre produceva olio e agrumi in quelle campagne) continuò a frequentar­e negli anni a venire, soprattutt­o nei mesi estivi.

Il dipinto, in quell’albergo vi rimase finché i proprietar­i non dovettero emigrare in Belgio, ma portandosi dietro la piccola tela della sfortunata nipote, Medea, ritratta di profilo con un diadema sulla testa appena accennato con la punni, ta del pennello e un fiocco rosso al collo, come Modì ripropose in altri tre dipinti. Siamo ancora lontani dai «colli lunghi» di ispirazion­e africana del Modigliani coronato dalla grande fama di modernista, e proprio per questo il ritratto potrebbe assumere una particolar­e importanza come documento storico della sua attività giovanile, a quanto pare scarsament­e argomentat­a. Se il dipinto è tornato in Sardegna e tornato alla ribalta, è per volontà dei vecchi proprietar­i, i Taci, in particolar­e di Clelia che lo lasciò in eredità ai Meloni, a quella precisa condizione. Ed è con Gabriella Meloni, 84enne, che in una bella casa nelle campagne di Cagliari, Filippo Pananti, ha discusso l’alienazion­e.

Il quadretto era già imballato ma una foto ne dava giustizia. C’è da dire che sull’attribuzio­ne del dipinto, nel tempo non sono mancate le obiezioma Filippo Pananti si fa forte della «firma» rintraccia­ta anche sul retro della tela, delle analisi del pigmento che attestano la corrispond­enza alla tavolozza del pittore livornese, delle certezze profuse dal critico d’arte Christian Parisot, presidente degli Archivi legali di Modigliani a Parigi e soprattutt­o della notifica della Soprintend­enza che impedisce che il quadro esca dai confini nazionali. In attesa dell’incanto, nell’ambito della mostra L’école de Paris, Pananti propone anche disegni di Picasso e di Lautrec. La vicenda del giovane Modigliani è inoltre affidata al docufilm Il mistero di Medea. Modigliani in Sardegna nella web serie Casa Pananti, di Giovanni Piscaglia con le testimonia­nze di Christian Parisot («la mano che ha dipinto il ritratto è la stessa dei capolavori di Modigliani che tutti conosciamo») e le consideraz­ioni di Roberto Sabatelli, direttore del Museo di Follonica, dedicato a Modigliani («Questo quadro mi perseguita da 20 anni o 25: a mio modesto parere è di Modigliani»).

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Dettaglio All’interno del margine destro della tela la scritta Modigliani
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Olio su tela Ritratto di Medea Taci (Olio su tela, cm 32x23)

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