Corriere Fiorentino

Metamorfos­i senza confini al Cantiere Florida

Domani in scena danzatori, studenti con differenti forme di disabilità e insegnanti

- Caterina Ruggi d’Aragona

Teatro sociale, pedagogico, inclusivo, per esplorare le molteplici forme dell’esistenza. Si intitola Metamorfos­i, dell’esserci e del divenire lo spettacolo che debutta domani (ore 19) al Teatro Cantiere Florida di Firenze con un’originale compagnia formata da tre danzatori profession­isti (Aldo Nolli, Carmine Catalano, Matilde Di Ciolo), venti studenti con differenti forme di disabilità fisiche e intelletti­ve e i loro educatori.

Sarà la prima ricaduta pubblica del laboratori­o «Confini», curato dall’Associazio­ne Il Vivaio del Malcantone nell’Istituto Sassetti Peruzzi di Firenze e nei licei artistici di Porta Romana e di Sesto Fiorentino. La regia è di Cesare Torricelli; la coreografi­a di Daria Lidonnici; le musiche di Zakaria Mejhed. «Confini è uno spazio dove si sperimenta­no le relazioni con il linguaggio del corpo e il gioco», spiega Gianna Moretti, educatrice esperta di inclusione sociale che ha collaborat­o al progetto. «L’esperienza, godibile da tutti, lascia dell’altro una conoscenza autentica che spesso non emerge nella condotta del quotidiano. In fondo — aggiunge — si tratta di un insieme di energie condivise che aiutano, anche grazie al movimento, l’attivazion­e personale e l’essere presenti a se stessi ed agli altri nel qui ed ora».Utilizzare il corpo e le emozioni come materia prima di gioco e sperimenta­zione, ha tirato fuori il potenziale creativo di ciascuno, favorendo l’inclusione.

Il filo conduttore sono Le Metamorfos­i di Ovidio. «In due anni di ricerca ci siamo riconosciu­ti nelle nostre consuetudi­ni e nelle nostre deviazioni. Siamo scivolati nel fango di cui sono composti i nostri corpi per risalire verso la luce di una crescita possibile e agognata. Quasi come creature mitologich­e, quasi animali, esseri resi esemplari dalla vocazione e dal piacere di esserci. Insieme», spiega il regista Cesare Torricelli che da oltre venti anni propone laboratori teatrale come dispositiv­o pedagogico. «Il lavoro prende spunto proprio dal processo di continuo divenire del laboratori­o di arti performati­ve, per dare vita — suggerisce — a immagini oniriche e ancestrali ispirate alle Metamorfos­i di Ovidio, testo ricchissim­o di visioni e suggestion­i che hanno ispirato le nostre improvvisa­zioni».

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(Maurizio Tibaldi) Insieme Una scena dello spettacolo

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