Il giorno di Leonardo (che ancora cerca casa)
APRE OGGI ALLA GALLERIA SABAUDA LA MOSTRA DEDICATA AL GENIO TOSCANO
Per il «Ritratto di vecchio» di Leonardo da Vinci, meglio noto come «Autoritratto», ancora non c’è una casa più grande come auspicato e promesso. Apre oggi, infatti, la grande mostra «Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro», allestita alla Galleria Sabauda fino al 14 luglio, ma per conoscere il destino della preziosa opera bisognerà attendere i risultati delle analisi dell’istituto centrale di Patologia del Libro, in arrivo fra due mesi. L’idea dell’assessora comunale alla Cultura, Francesca Leon, resta quella di esporre il disegno anche dopo la chiusura della mostra, magari a intervalli regolari dopo i necessari periodi di riposo. «Ma bisogna vedere — conferma Leon — per quanto tempo sarà autorizzato». L’idea piace anche alla direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella, ma la cautela, in questa fase, è d’obbligo. «Non c’è ancora un’ipotesi per il futuro — spiega — perché stiamo aspettando di avere i dati. L’istituto ha svolto delle indagini diagnostiche e sta preparando un documento, che conterrà il protocollo di conservazione». «Il capolavoro è un malato cronico — dice la direttrice della Biblioteca Reale — affetto da foxing ed è destinato a scomparire».
Per il «Ritratto di vecchio» di Leonardo da Vinci, meglio noto come «Autoritratto», ancora non c’è una casa più grande come auspicato e promesso.
Apre oggi, infatti, la grande mostra «Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro», allestita alla Galleria Sabauda fino al 14 luglio, ma per conoscere il destino della preziosa opera bisognerà attendere i risultati delle analisi dell’istituto centrale di Patologia del Libro, in arrivo fra due mesi. L’idea dell’assessora comunale alla Cultura, Francesca Leon, resta quella di esporre il disegno anche dopo la chiusura della mostra, magari a intervalli regolari dopo i necessari periodi di riposo. «Ma bisogna vedere — conferma Leon — per quanto tempo sarà autorizzato». L’idea piace anche alla direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella, ma la cautela, in questa fase, è d’obbligo. «Non c’è ancora un’ipotesi per il futuro — spiega — perché stiamo aspettando di avere i dati. L’istituto ha svolto delle indagini diagnostiche e sta preparando un documento, che conterrà il protocollo di conservazione».
Le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del genio toscano, intanto, hanno messo in moto la macchina organizzativa e turistica in tutto il Paese. «È la prima volta che vedo l’autoritratto di Leonardo — commenta il Ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli — e sento la responsabilità di questo momento perché oggi, che è il compleanno di Leonardo, diamo il via a importanti iniziative in tutta Italia». Aspetto sottolineato anche dal sottosegretario Lucia Borgonzoni. Ma c’è anche la Francia, che ha chiesto in prestito alcune opere agitando qualche polemica. «Stiamo ragionando da settimane con
il mio collega francese — afferma Bonisoli — per dare una mano anche ad altri Paesi europei, fra cui la Francia».
Torino, intanto, vuole dire la sua con una mostra costata 750 mila euro, in buona parte coperti dallo sbigliettamento e il resto dagli sponsor, che ha messo insieme i Musei Reali e l’associazione Metamorfosi. «L’idea — racconta Pietro Folena, ex parlamentare e presidente dell’ associazione —è dare un’ interpretazione dell’opera e del lascito di Leonardo, che ha a che fare con il carattere innovativo di Torino e del Paese». «Speriamo in futuro — aggiunge Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo — di potenziare l’idea di Torino come intreccio fra tecnologia e umanesimo».
E che la città sia «leonardesca», lo ha ripetuto la sindaca Chiara Appendi no, sottolineando l’ importanza della mostra sul piano dell’ accessibilità. Intorno all ’« autoritratto », in una ampia sala con altre opere che elaborano il tema dell’artista che ritrae sé stesso (di Luigi Ontani, Salvo e Alberto Savinio), si sviluppano diversi temi grazie ad altri disegni di Leonardo. «Carri muniti di falci» apre la prima sezione dell’esposizione, dedicata agli «Antichi modelli», che include anche un modellino di «carro falcato» prestato dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Da lì, peraltro, arrivano anche altri modelli ispirati al «Codice sul volo degli uccelli».
È un viaggio negli «studi» di Leonardo, a metà tra la scienza e l’arte, perché, spiega Paola Salvi, curatrice della mostra insieme a Enrica Pa
gella e Paolo Di Teodoro, «lo scienziato e l’artista sono la stessa cosa». Ed è così che ogni disegno è esposto con altri disegni, o sculture e ricostruzioni, spesso di grandi nomi dell’arte italiana.
«La nostra intenzione — aggiunge Enrica Pagella — era di approfondire la conoscenza dei disegni per metterli in relazione con altri artisti del Rinascimento, come Michelangelo, Raffaello, il Pollaiolo o Botticelli». Compaiono prestiti importanti, come gli «Studi di nudo maschile» del Pollaiolo, in arrivo dal Louvre, o lo «Studio per Apollo» del Botticelli, concesso dagli Uffizi, o ancora l’«angelo» di Raffaello, della Pinacoteca di Brescia. Alcuni studi di Michelangelo arrivano dal Teylers Museums di Haarlem (Paesi Bassi), mentre il suo straordinario «Nudo di schiena» è di Casa Buonarroti a Firenze.
Il prestito più prestigioso è probabilmente il «Codice Trivulziano», dalla Biblioteca Trivulziana di Milano. La mostra, intanto, ha attivato tutto il Piemonte, con eventi a Barge (Cn), di cui Leonardo lodava la quartzite, a Saluzzo (Cn), Biella e Novara, fra gli altri. C’è poi un itinerario, promosso da Abbonamento Musei, in Val Borbera (Al) sulle tracce del Montebore, un formaggio apprezzato dal genio toscano.
Non mancano, infine, l’università di Torino, che porterà 60 ricercatori a far da guida in alcuni momenti durante la mostra, il Politecnico, con l’esposizione «Leonardo. Tecnica e territorio» al Castello del Valentino, e un ciclo di otto conferenze all’accademia delle Scienze.