La signora dei vinti racconta i vincitori
Grisendi: «OTTO anni con la mia bandiera»
La signora dei vinti stavolta è felice di raccontare i vincitori. Adele Grisendi va sul balcone della sua casa, tra le colline toscane e sistema sul terrazzo la bandiera della Juve: «Lo faccio da otto anni. Non mi abituo mai a vincere, mi emozioni sempre, come per i gol di quel matto di Kean».
Adele Grisendi, scrittrice, ex sindacalista, è la moglie di Giampaolo Pansa. Con il marito, lo scrittore e giornalista, ha intensamente collaborato alla raccolta delle fonti per il «Sangue dei vinti» e alla serie di best seller che hanno raccontato i lati più oscuri della guerra civile italiana. «Giampaolo si definisce tiepidamente juventino, io amo questa squadra da quando ero bambina».
Un amore che traspare, forte, vivace, documentato nella pagine de «Il mio cuore bianconero», (Rizzoli) in uscita il 30 aprile. Spiega l’autrice: «È un racconto autobiografico, la mia passione per la Juventus nasce da bambina. La mia famiglia, contadina, fu tra le prime in paese ad avere una televisione. Ed è in quella televisione, in bianco e nero, che iniziò la mia scoperta del calcio, della Juve, di quelli che allora erano i miei campioni, da Sivori a Charles».
Anche la televisione è cambiata, è arrivato il colore, l’alta definizione non è neanche più l’ultima frontiera dell’immagine. Adele sorride: «Già, ma non la mia passione per la Juve. Che continuo a seguire con l’amore di sempre. E negli ultimi anni anche con più passione». Sivori e Charles non ci sono più, «ma sono arrivati tanti grandi campioni, non penso tanto a Ronaldo, lui è semplicemente di un altro pianeta. Oggi i miei eroi sono Chiellini, Nedved, Del Piero e Buffon. Ma uno sta davanti a tutti». Fuori il nome: «Il presidente Agnelli, straordinario. Se posso gli consiglierei di stare lontano dalla politica e continuare a occuparsi di calcio. È lui che ha vinto otto scudetti consecutivi dopo che con un’immensa ingiustizia ci avevano mandati in B. Ci davano per vinti, siamo tornati più grandi di prima». Ora sì, torna tutto. E buona lettura.