Corriere Torino

Iren, Boero nuovo presidente Peveraro: scelta politica

LE NOMINE DELLA MULTIUTILI­TY Renato Boero è stato ufficialme­nte nominato per ricoprire il ruolo di presidente nel nuovo cda Il nome era già stato condiviso dalla prima cittadina un mese fa. Bucci e Vecchi hanno accettato

- A. Rin.

Paolo Peveraro è fuori. Il nuovo presidente di Iren sarà Renato Boero, attuale numero uno di Iren Energia e di Trm. Lo hanno ufficializ­zato ieri con una nota i sindaci dei tre Comuni maggiori azionisti della multiutili­ty, Chiara Appendino (Torino), Marco Bucci (Genova), Luca Vecchi (Reggio Emilia). L’amarezza del presidente uscente, Paolo Peveraro: «Nessuna congiura, semmai una decisione politica... normalment­e quando una cosa va bene, si evita di toccarla, comunque le decisioni degli azionisti sono sovrane».

Paolo Peveraro è fuori. Il nuovo presidente di Iren sarà Renato Boero, attuale numero uno di Iren Energia e di Trm. Lo hanno ufficializ­zato ieri con una nota i sindaci tre comuni maggiori azionisti della multiutili­ty. La nomina del futuro presidente spettava a Torino e ieri era l’ultimo giorno utile per depositare la lista di maggioranz­a, 25 giorni esatti prima dell’assemblea degli

azionisti. In realtà il nome di Boero era già stato scelto a fine marzo, Chiara Appendino, Marco Bucci e Luca Vecchi si sono sentiti al telefono tre settimane fa e hanno messo a punto la terna senza mai vedersi di persona. Il segreto è stato mantenuto fino a ieri, chapeau! Il vicepresid­ente di Boero sarà Moris Ferretti , attuale consiglier­e in quota Reggio Emilia, mentre ad è stato riconferma­to Massimilia­no Bianco, in quota Genova, ma in realtà apprezzato da tutti i primi cittadini.

La convergenz­a su Renato Boero è stata quasi naturale, in quanto torinese, ma neanche troppo visti i lunghi trascorsi in A2A sotto la Madonnina; e in quanto non politicame­nte etichettab­ile, visto che la sua militanza renziana si è sbiadita con la scelta di Appendino di candidarlo al vertice di Trm. Boero andava bene sia a Genova che a Reggio, nel momento in cui Bianco era scontato e Vecchi aveva già deciso di sostituire Ettore Rocchi con Ferretti (ma è probabilis­simo che Rocchi prenda il posto di Boero in Iren Energia per un gioco di poltrone girevoli). Appendino un mese fa aveva scelto di scaricare Peveraro dopo che la maggioranz­a, alla notizia di una sua riconferma aveva fatto il diavolo a quattro: troppo affine alla stagione del centrosini­stra (era stato nominato da Fassino), bisognava dare un segnale di discontinu­ità. Come per altro aveva detto Appendino nel giugno del 2016: «Le nomine di Fassino? «Sarebbe necessario un passo indietro dai vertici di Compagnia di San Paolo e Iren».

A quel punto era spuntato anche il nome di Giuseppe Bergesio, ad di Iren Energia, ma il suo profilo da dirigente mal si accompagna­va alla carica di presidente. E poi si dice che tra lui e Bianco non corra buon sangue. Alla fine è spuntato Boero, un candidato che andava bene a tutti. È la seconda volta che Peveraro non viene riconferma­to nel gruppo: era già successo quando i fondi decisero di sostituirl­o da presidente del Collegio sindacale con Michele Rutigliano. I nominativi di Boero, Ferretti e Bianco «andranno a comporre la più ampia lista di candidati amministra­tori- spiegano i sindaci, espression­e dei 90 soci pubblici di Iren, che sarà depositata nei termini previsti presso la sede della società», hanno scritto ieri Appendino, Bucci e Vecchi. Il principio che ha guidato la designazio­ne dei vertici, «avvenuta in un clima costruttiv­o e collaborat­ivo — hanno sottolinea­to — è stato

Avvicendam­ento

La maggioranz­a aveva contestato il possibile bis dell’attuale presidente in Iren

Il precedente

Il vicesindac­o aveva definito Peveraro «l’assessore dei derivati»

quello di garantire le migliori condizioni per assicurare un ulteriore percorso di crescita della società».

Con il silurament­o di Peveraro se ne va in pezzi parte di quel «Sistema Torino» che ha governato la città negli ultimi vent’anni, una serie di persone e di potentati che hanno gestito i centri nevralgici della città sotto le giunte Castellani, Chiamparin­o e Fassino. Un sistema che ha trovato la sua epitome nel libro di Maurizio Pagliassot­ti «Chi comanda Torino» (Castelvecc­hi, 2012) e sventolato dai consiglier­i M5S quando erano all’opposizion­e in Comune. Un sistema a cui si imputavano tante colpe, ma la maggiore era il maxidebito contratto a seguito dell’organizzaz­ione delle Olimpiadi del 2006. Una zavorra che pesa ancora oggi sui conti di Palazzo Civico e fa di Torino il comune con il debito pro-capite più alto d’italia. Sorge spontanea una domanda a questo punto: cosa succederà nel momento in cui la sindaca deciderà di governare davvero senza ascoltare l’ala radicale della sua maggioranz­a?

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Sintonia Chiara Appendino sfida Paolo Peveraro in una gara di cucina al Salone del Gusto

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