Corriere Torino

Dal tessile alle motociclet­te elettriche La corsa di Tacita in una fabbrica 3d

Rigo, ex industrial­e dei filati: «Apro un impianto a Torino, ma vendo meglio in Usa»

- Christian Benna

La nuova vita di Pierpaolo Rigo è cominciata 10 anni fa con una pedata nel fondoschie­na e un gran falò. Il calcio gliel’ha sferrato senza troppi compliment­i il titolare di un’azienda svizzera, quando l’imprendito­re torinese si è presentato in terra elvetica in sella a una Vespa 250 Gts per chiedere di diventare importator­e di moto elettriche. «Molte grazie, ma non ci servi. Riprendi pure il tuo vespino e torna a casa», gli ha gridato in faccia lo svizzero.

Il falò è stato il passo successivo. La prima moto elettrica costruita in casa, tanta potenza da fare scintille e bruciare il telaio come un barbecue d’estate. Eppure «queste sono state le prime tappe che mi hanno portato sino a qui» dice Rigo che si appresta, dopo dieci anni da pioniere della motociclet­ta elettrica, ad aprire a Poirino uno stabilimen­to produttivo. Torni hitech e stampanti in 3D per sfornare moto da strada e da enduro. E una componenti­stica che arriva da una filiera tutta made in Italy. «Poco piemontese purtroppo, perché le nostre aziende non si sono ancora convertite alla mobilità elettrica».

In questi anni, pieni di sperimenta­zioni e di ricerca, la casa produttiva di Tacita — «l’ho chiamata così perché la mio moto è potente ma silenziosa» — è stata Pontedera, il centro del distretto toscano delle due ruote. «Adesso ho deciso di tornare a Torino per costruire il mio nuovo quartier generale», dice Rigo. L’imprendito­re conosce bene i sali e scendi dell’impresa. Da sempre appassiona­to motociclis­ta, «ho partecipat­o a tante gare, anche alla Parigi Dakar», è uno degli eredi della grande

tradizione tessile del Chierese. «Fino a 10-15 anni fa c’erano tre grandi imprese a Chieri, nel 2008 tutte hanno chiuso i battenti. La concorrenz­a orientale ha fatto a pezzi il nostro territorio. Io ho ricomincia­to con le moto». Per tanti appassiona­ti delle due ruote, il motore elettrico è pura eresia. Non per Pierpaolo Rigo. Che è riuscito a partecipar­e con la sua T Race al Merzouga Rally. È stato il primo rally africano che ha visto correre una moto elettrica. Da quell’esperienza sono nati nuovi modelli per diverse esigenze, soprattutt­o adatti ai gusti americani. «Negli Usa vendo il 90% delle mie moto, va tanto bene che ho aperto una filiale a Miami». Ora c’è da convertire l’italia all’elettrico. Le moto Tacite sono andate in comodato d’uso ai vigili di Vicenza. Da Torino invece, pur alle prese con la rivoluzion­e della mobilità, nessuno ha battuto ancora un colpo. Intanto a giugno apre il nuovo stabilimen­to di Poirino. Un nuovo impianto che ospiterà macchinari Cnc, le stampanti 3D, l’area design e le linee di assemblagg­io. «La fabbrica— spiega Rigo — ci servirà per incrementa­re la capacità produttiva, ben oltre le 50 moto vendute lo scorso anno, e consentire a Tacita di continuare a realizzare le sue moto elettriche off-road e da corsa e per iniziare a produrre il nuovo modello stradale, la T-cruise». E questa volta non ci sono pedate nè falò. Il motore viaggia a basso voltaggio, 120 volt, e la batterie si possono ricaricare grazie a panelli solari, di cui è rivestita la T- Station, un carrello porta-moto, apribile ad ala di gabbiano.

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Torni hitech e stampanti 3D sono alla base della nuova fabbrica Tacita A giugno è previsto il lancio del modello T-cruise
A Poirino Torni hitech e stampanti 3D sono alla base della nuova fabbrica Tacita A giugno è previsto il lancio del modello T-cruise
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