Passatore, mezzo secolo di Stabile e l’eredità del suo teatro educativo
Un gran numero di autori teatrali, attori, registi si è formato alla scuola di Franco Passatore, a sua volta autore, attore, regista, nato a Milano novant’anni fa, scomparso l’altro ieri. Un gran numero: ad esempio Antonio Latella, Michele Di Mauro, Germana Pasquero, Beppe Tosco, Anna Radici, Anna Cuculo, Vanni Corbellini, Oliviero Corbetta, Francesca Vettori, Gianni Bissaca, Roberto Gho e tanti altri. Torinese di adozione, Franco Passatore ha lavorato per tantissimi anni al Teatro Stabile di Torino con più incarichi. In un arco temporale che va dal 1959 al 2006, come interprete in una trentina di spettacoli, come regista in più di venti. Fu in scena anche ne «Gli ultimi giorni dell’umanità» al Lingotto nel 1990 (interpretando nove ruoli) e in «Lo specchio del diavolo» del
Progetto Domani nel 2006, entrambi per la regia di Luca Ronconi. Proprio quest’anno lo Stabile torinese conclude la stagione teatrale con la ripresa de «L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi» - regia di Antonio Latella - commedia di Sergio Tofano che aveva debuttato nel 1986 proprio con Passatore regista. Diciassette anni prima aveva firmato al Piccolo Valdocco un altro spettacolo tratto da una commedia musicale di Tofano, suo grande amore: «Una losca congiura di Barbariccia contro Bonaventura», ripreso per ben due stagioni consecutive. Sempre negli anni settanta Passatore aveva fondato con Silvio Destefanis e Ave Fontana «Teatro Gioco Vita», compagnia teatrale specializzata nel teatro ragazzi. Una delle prime esperienze della cosiddetta «animazione teatrale». A Torino Passatore ha dato impulso al settore Teatro Ragazzi del TST, al lavoro teatrale nelle scuole, avviato laboratori, formato pedagoghi. Sono numerosi i suoi saggi, come «Io ero l’albero (tu il cavallo)» oppure «Mi piace fare teatro» condiviso con Lastrego e Testa o ancora «Animazione dopo» e «Un pesce fuor d’acqua». Una personalità di spicco del teatro italiano, sincero sostenitore del valore educativo del teatro, il cui impegno ha lasciato tracce consistenti e qualche erede.