Corriere Torino

Anziana massacrata in casa con una mazza da baseball

La donna è molto grave. Ascoltato a lungo il nipote

- Sola

Una donna di 86 anni, Giuseppina Addante, è stata aggredita in casa al secondo piano di un appartamen­to in corso Giulio Cesare 97, zona Barriera di Milano. I poliziotti delle Volanti, accorsi sul posto, hanno trovato la donna in soggiorno, in una pozza di sangue, con una vistosa ferita in testa. A terra una pesante mazza da baseball. La signora, che è in gravissime condizioni, è stata trasportat­a dal 118 all’ospedale Giovanni Bosco. È in prognosi riservata. A dare l’allarme la badante, che poco dopo le 10 ha citofonato a casa della sua assistita, ma non rispondeva nessuno.

Giuseppina Addante, 86 anni, nata a Montemilon­e in provincia di Potenza, a Barriera di Milano la conoscono tutti. Non solo i «compaesani», che si trovano alla pizzeria Pulcinella di corso Novara. Ma tutti i residenti della zona di largo Giulio Cesare, dove «Pina» vive da sette anni. Da quando — rimasta vedova — si è comprata casa qui, al secondo piano del civico 97 bis del corso, Giuseppina trascorre le giornate in compagnia. Vive sola, ma di fatto non lo è mai. La mattina va al mercato di piazzetta Cerignola. Il pomeriggio chiacchier­a con le amiche sulle panche di pietra di largo Giulio. La sera, prima di cena, va a prendere l’aperitivo al «bar dei cinesi» che dà sul largo. Ieri mattina però non è uscita di casa. E non rispondeva al telefono. Nè al citofono,

nonostante i tentativi della badante di farsi aprire. Sono intervenut­i i pompieri, che hanno sfondato la porta intorno alle 10. Gli agenti delle volanti di Dora e Barriera hanno trovato l’anziana nel soggiorno, a terra. Vestita, a piedi nudi, in una pozza di sangue. A fianco, una mazza da baseball. Immediato l’intervento del 118, che ha trasportat­o la donna all’ospedale Giovanni Bosco, dov’è ricoverata in gravi condizioni, con prognosi riservata. Chi l’ha aggredita l’ha colpita con forza in testa, dove ha una ferita profonda. «Era una maschera di sangue in volto», rivela una vicina che l’ha vista in barella.

«Lunedì l’abbiamo vista al mercato: era allegra e serena come al solito», racconta un’amica. La badante che fa il turno del pomeriggio è rimasta con l’anziana fino alle 20 di lunedì sera. La sua collega — che fa il mattino — ieri ha dato l’allarme perché Giuseppina non rispondeva né al telefono né al campanello. I poliziotti hanno sentito entrambe come testimoni e nell’appartamen­to hanno lavorato a lungo Scientific­a e la Squadra mobile. Nel pomeriggio, in questura, i poliziotti hanno portato il nipote della vittima. Un 43enne con problemi di droga, denunciato mesi fa per circonvenz­ione di incapace proprio dalla Mobile.

«Portava la zia in banca, all’unicredit, e ogni volta usciva con un assegno da 2mila o 3mila euro», ammette chi ha seguito la vicenda. Dalla filiale di corso Giulio, dopo vari prelievi — in totale l’ammanco ammontereb­be a 15mila euro — avevano avvisato la polizia. Il nipote era stato accusato di aver ingannato la zia per svuotarle il conto. Dopo la denuncia, l’anziana era stata affidata a un amministra­tore di sostegno. Da mesi quindi Pina non gestiva più i propri denari. In casa teneva pochi soldi. Se chi ha provato a ucciderla lo ha fatto per rapinarla, probabilme­nte è uscito dal suo appartamen­to a mani vuote. Ieri il nipote, sentito dai poliziotti come testimone, ha negato di essere coinvolto in questa storia e dopo circa 4 ore è stato rilasciato a piede libero. Saranno gli esiti dei rilievi della Scientific­a a dare la svolta nelle prossime ore: sulla mazza l’aggressore ha lasciato delle impronte. Sul pavimento sono rimaste le tracce delle sue scarpe. Chi ha provato ad uccidere

Le indagini

La polizia ha sentito per ore un nipote che in serata è stato rilasciato a piede libero

Il particolar­e

Chi ha provato a ucciderla è entrato senza forzare la porta di ingresso

Giuseppina la conosceva bene: l’anziana ha aperto la porta di casa senza problemi. Sull’uscio non ci sono infatti segni di effrazione. Non solo. Chi l’ha colpita, dopo essere uscito, ha chiuso la porta a chiave. Un indizio che vale molto. Sull’orario dell’aggression­e sono in corso accertamen­ti. Qualcuno ha sentito, dalla casa a fianco, urla di donna verso le 10. «È un’anziana in gamba, che si cura: viene sempre da noi a farsi la piega», dice la parrucchie­ra del civico 99. E chi la conosce bene, confida: «Pina è giovane dentro, diceva sempre: “non me li sento tutti questi anni, ogni tanto vorrei rivivere quel brio che provavo con mio marito”».

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