Corriere Torino

Anche i rider sfileranno con le loro biciclette

- Paolo Coccorese

Se anche i più fortunati s’arrabbiano, una motivazion­e ci sarà. In occasione del Primo Maggio i rider torinesi di Just Eat hanno deciso di scioperare. «Per noi fattorini, senza ferie, è una giornata senza un valore commemorat­ivo, ma di lotta per conquistar­e i benefici che ci sono negati». E così anche loro scenderann­o in piazza. Anche questi app fattorini che, nell’enorme galassia del food delivery, sono sempre stati considerat­i i più «tutelati» perché pedalano per la torinese Food Pony, concession­aria del servizio per Just Eat, la prima a cancellare il cottimo e a riconoscer­e un rimborso in caso di infortunio. «Quest’inverno abbiamo scritto una lettera con alcune richieste — spiegano i rider in lotta —, ma l’azienda se ne è infischiat­a». O meglio, ha procrastin­ato ogni decisione in attesa dell’approvazio­ne del «decreto rider» che il governo giallo-verde ha promesso e mai trasformat­o in realtà. «Un ritardo pagato con gli incidenti, alcuni fatali, capitati ai rider in tutta Italia», aggiungono i fattorini Just Eat. I ciclofatto­rini chiedono il riconoscim­ento di un contratto di subordinaz­ione e non di collaboraz­ione, il pagamento — che è di

6,50 euro all’ora più bonus — dell’intero turno (mentre oggi parte alla ricezione della prima ordinazion­e), il superament­o della «reperibili­tà» pagata solo

4 euro e la cancellazi­one di quella possibilit­à che ha l’azienda, in caso di numero limitato di consegne, d’imporre l’interruzio­ne unilateral­e del turno, l’introduzio­ne di un bonus chilometri­co al posto di quello a consegna. «Siamo considerat­i i più fortunati, ma combattiam­o per gli stessi diritti dei rider delle altre aziende — aggiungono —. I partiti e sindacati sono lontani al nostro mondo».

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