Anche i rider sfileranno con le loro biciclette
Se anche i più fortunati s’arrabbiano, una motivazione ci sarà. In occasione del Primo Maggio i rider torinesi di Just Eat hanno deciso di scioperare. «Per noi fattorini, senza ferie, è una giornata senza un valore commemorativo, ma di lotta per conquistare i benefici che ci sono negati». E così anche loro scenderanno in piazza. Anche questi app fattorini che, nell’enorme galassia del food delivery, sono sempre stati considerati i più «tutelati» perché pedalano per la torinese Food Pony, concessionaria del servizio per Just Eat, la prima a cancellare il cottimo e a riconoscere un rimborso in caso di infortunio. «Quest’inverno abbiamo scritto una lettera con alcune richieste — spiegano i rider in lotta —, ma l’azienda se ne è infischiata». O meglio, ha procrastinato ogni decisione in attesa dell’approvazione del «decreto rider» che il governo giallo-verde ha promesso e mai trasformato in realtà. «Un ritardo pagato con gli incidenti, alcuni fatali, capitati ai rider in tutta Italia», aggiungono i fattorini Just Eat. I ciclofattorini chiedono il riconoscimento di un contratto di subordinazione e non di collaborazione, il pagamento — che è di
6,50 euro all’ora più bonus — dell’intero turno (mentre oggi parte alla ricezione della prima ordinazione), il superamento della «reperibilità» pagata solo
4 euro e la cancellazione di quella possibilità che ha l’azienda, in caso di numero limitato di consegne, d’imporre l’interruzione unilaterale del turno, l’introduzione di un bonus chilometrico al posto di quello a consegna. «Siamo considerati i più fortunati, ma combattiamo per gli stessi diritti dei rider delle altre aziende — aggiungono —. I partiti e sindacati sono lontani al nostro mondo».