Corriere Torino

Quartiere sotto choc «Una brava persona che si fidava troppo»

«Non aveva problemi economici»

- E. Sol.

«AGiuseppin­a piacciono tanto le lasagne. E noi le facciamo bene. Fino a poco tempo fa all’ora di pranzo mia moglie prendeva un piatto caldo e glielo portava su a casa. Tutti la conoscono nel quartiere Pina. E’ una persona perbene». Vincenzo Palumbo, 66 anni, da 40 sta dietro al bancone del bar “Meeting” in largo Giulio Cesare 105. Praticamen­te a Barriera di Milano è un’istituzion­e. Sa tutto di molti residenti, anche perché qui, nella grande periferia Nord, sembra di stare in un paesone. Non ci sono segreti per Vincenzo, che dei

suoi clienti sa molte cose. «Di signore sole e anziane come Giuseppina ce ne sono molte», racconta mentre mette la stagnola a un piatto da asporto di verdure saltate. «Vede, ogni giorno consegniam­o i pasti a casa a tante signore magari benestanti, ma sole. Sono a volte ingenue, si fidano di tutti e aprono la porta a chissà chi. Ecco perché poi succedono fatti come quello che è accaduto a Giuseppina». «E speriamo che l’anziana a cui sto portando questo piatto non sia la prossima», si lascia scappare mentre consegna alla moglie la pietanza.

«Da qualche mese la signora Addante aveva due badanti. Quindi non le portavamo più da mangiare noi, era già ben seguita», spiega il barista, che prosegue: «Però la vedevamo tutti i giorni, perché lei frequenta i bar, i giardini. Avevo e ho l’impression­e che non volesse mai stare da sola». «Prima che avesse chi la seguiva, spesso, di pomeriggio, veniva qui, stava seduta su una sedia», dice Vincenzo, che aggiunge: «Ogni tanto si addormenta­va. Non voleva stare a casa da sola. Girava un po’ in vari bar della zona. Non ha molti parenti in effetti». «E’ una signora benestante, con una bella casa, pulita e ben tenuta. Praticamen­te impeccabil­e. Non è così ovvio, alla sua età», ammette Vincenzo mentre spolvera il bancone di marmo, incornicia­to da mobili in legno stile anni Sessanta.

«Una volta era sposata con un cuoco che guadagnava molto bene, avevano vissuto a Roma – rivela Palumbo – poi lui era mancato e lei, rimasta vedova, aveva deciso di venire a vivere a Torino, dove ha una sorella che abita in zona». «Penso che chi l’abbia aggredita possa averla seguita o aver saputo che non era povera», confida il barista, che spiega: «La casa è di sua proprietà, l’ha comprata sette anni fa. Percepisce una pensione e il marito le ha lasciato un’eredità, insomma, di problemi economici non ne aveva». «Magari qualcuno ha visto che nel suo alloggio ci sono statuine e ori e l’ha seguita», suppone il barista, che dice: «Pina è buona d’animo e apriva la porta a tutti, prima che intervenis­sero le badanti. E’ una donna gioviale, che si fida. Che ha voglia di conoscere persone anche alla sua età». «Ogni tanto glielo dicevamo – ribadisce - stai attenta, che magari in giro c’è qualche uomo che potrebbe farti del male, tieni gli occhi aperti».

❞ Il barista Palumbo In questa zona la conoscono tutti Forse qualcuno l’ha seguita

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