Sanità, i papabili Salizzoni, il re dei trapianti del Pd
Per averne la certezza bisognerà attendere il risultato delle urne, questo va da sé. Quel che è certo, però, o che almeno appare tale, a quattro settimane dal voto, è che sulla poltrona più pesante nel governo della Regione, seconda solo a quella di governatore, potrebbe tornare a sedere, dopo dodici anni di assessori alla sanità tutti «laici», un camice bianco. Medico è il papabile del centrosinistra, nel caso in cui il presidente uscente Sergio Chiamparino strappasse un secondo mandato: il mago dei trapianti di fegato, ormai in pensione, Mauro Salizzoni, 71 anni. Medici sono i due i profili messi in campo dal centrodestra, dato per favorito nella corsa per la conquista del Piemonte: Piero Abbruzzese, classe 1950, già primario del Regina Margherita, candidato nella lista «Sì Tav, Sì Lavoro»; ma soprattutto il professor Alessandro
Il ritorno dei medici Dopo dodici anni tornerà al vertice dell’assessorato un camice bianco
Stecco, 49 anni, direttore dell’unità di Neuroradiologia all’ospedale maggiore di Novara e capogruppo della Lega a Vercelli; il suo nome compare nel listino bloccato del candidato presidente Alberto Cirio. Non è un caso, dunque, che proprio lui sia stato mandato ieri a rappresentare il Carroccio, di cui è referente regionale per le politiche sanitarie, al confronto tra papabili assessori alla sanità, organizzato dal pensatoio dell’avvocato Stefano Commodo, «Rinascimento europeo».
Il nome di Stecco è il più accreditato in caso di vittoria del centrodestra. Lui, davanti ai rumors che lo danno già al vertice degli uffici di corso Regina Margherita, si schermisce e fa gli scongiuri: «Porta male». Certo, però, su di lui pesa l’incognita legata al posizionamento che ha ottenuto Chirurgo, considerato il re dei trapianti di fegato, Mauro Salizzoni, 71 anni, è il più probabile assessore regionale alla Sanità in caso di vittoria del centrosinistra con il conseguente secondo mandato alla guida della Regione di Sergio Chiamparino L’aspirante assessore per il centrodestra ha 49 anni, insegna all’università del Piemonte orientale ed è specializzato in neuroradiologia, della cui unità è responsabile all’ospedale maggiore di Novara. È consigliere della Lega a Vercelli nel listino: nel caso in cui, infatti, Cirio dovesse superare il 50 per cento dei voti, dovrebbe rinunciare a una parte del premio di maggioranza e porterebbe con sé, in Consiglio regionale, soltanto 5 candidati bloccati su 10. E così, Stecco resterebbe fuori.
Nulla vieterebbe, per carità, di chiamarlo a ricoprire la carica in qualità di assessore esterno. L’accordo stretto tra gli alleati stabilisce che due assessorati tecnici su tre toccherebbero proprio al Carroccio, il quale eserciterebbe anche il diritto di prelazione sulle caselle più pesanti: bilancio e sanità, primi fra tutti. Un dato politico, quest’ultimo, che rende minime le quotazioni sul nome di Abbruzzese, il quale corre, peraltro, in una lista dove non sarà semplice risultare eletto. Senza contare, poi, la concorrenza interna di Gian Luca Vignale, campione di preferenze, e da sempre molto vicino ai dossier della
Gli altri nomi
Nel centrodestra aspirerebbero all’incarico anche Abbruzzese e Vignale
sanità, a tal punto da poter reclamare per sé il posto da assessore (anche se molto dipenderà dall’esito delle urne).
Stecco non conferma e nemmeno smentisce di essere il prescelto della Lega. A differenza di Salizzoni, sostenitore (senza se e senza ma) alla creazione del nuovo super ospedale unico al posto di Molinette, Cto e Sant’annaregina Margherita, il cosiddetto «Parco della salute», il professore di Vercelli (insegna medicina all’università del Piemonte orientale) punta alla creazione di un nuovo polo ospedaliero che «mantenga le specificità di ciascuna eccellenza» che verrà accorpata: a cominciare da quelle materno-infantili. E si prefigge un obiettivo: «Sburocratizzare il servizio sanitario, per mettere al centro il paziente».