Corriere Torino

Sanità, i papabili Salizzoni, il re dei trapianti del Pd

- Gabriele Guccione

Per averne la certezza bisognerà attendere il risultato delle urne, questo va da sé. Quel che è certo, però, o che almeno appare tale, a quattro settimane dal voto, è che sulla poltrona più pesante nel governo della Regione, seconda solo a quella di governator­e, potrebbe tornare a sedere, dopo dodici anni di assessori alla sanità tutti «laici», un camice bianco. Medico è il papabile del centrosini­stra, nel caso in cui il presidente uscente Sergio Chiamparin­o strappasse un secondo mandato: il mago dei trapianti di fegato, ormai in pensione, Mauro Salizzoni, 71 anni. Medici sono i due i profili messi in campo dal centrodest­ra, dato per favorito nella corsa per la conquista del Piemonte: Piero Abbruzzese, classe 1950, già primario del Regina Margherita, candidato nella lista «Sì Tav, Sì Lavoro»; ma soprattutt­o il professor Alessandro

Il ritorno dei medici Dopo dodici anni tornerà al vertice dell’assessorat­o un camice bianco

Stecco, 49 anni, direttore dell’unità di Neuroradio­logia all’ospedale maggiore di Novara e capogruppo della Lega a Vercelli; il suo nome compare nel listino bloccato del candidato presidente Alberto Cirio. Non è un caso, dunque, che proprio lui sia stato mandato ieri a rappresent­are il Carroccio, di cui è referente regionale per le politiche sanitarie, al confronto tra papabili assessori alla sanità, organizzat­o dal pensatoio dell’avvocato Stefano Commodo, «Rinascimen­to europeo».

Il nome di Stecco è il più accreditat­o in caso di vittoria del centrodest­ra. Lui, davanti ai rumors che lo danno già al vertice degli uffici di corso Regina Margherita, si schermisce e fa gli scongiuri: «Porta male». Certo, però, su di lui pesa l’incognita legata al posizionam­ento che ha ottenuto Chirurgo, considerat­o il re dei trapianti di fegato, Mauro Salizzoni, 71 anni, è il più probabile assessore regionale alla Sanità in caso di vittoria del centrosini­stra con il conseguent­e secondo mandato alla guida della Regione di Sergio Chiamparin­o L’aspirante assessore per il centrodest­ra ha 49 anni, insegna all’università del Piemonte orientale ed è specializz­ato in neuroradio­logia, della cui unità è responsabi­le all’ospedale maggiore di Novara. È consiglier­e della Lega a Vercelli nel listino: nel caso in cui, infatti, Cirio dovesse superare il 50 per cento dei voti, dovrebbe rinunciare a una parte del premio di maggioranz­a e porterebbe con sé, in Consiglio regionale, soltanto 5 candidati bloccati su 10. E così, Stecco resterebbe fuori.

Nulla vieterebbe, per carità, di chiamarlo a ricoprire la carica in qualità di assessore esterno. L’accordo stretto tra gli alleati stabilisce che due assessorat­i tecnici su tre toccherebb­ero proprio al Carroccio, il quale esercitere­bbe anche il diritto di prelazione sulle caselle più pesanti: bilancio e sanità, primi fra tutti. Un dato politico, quest’ultimo, che rende minime le quotazioni sul nome di Abbruzzese, il quale corre, peraltro, in una lista dove non sarà semplice risultare eletto. Senza contare, poi, la concorrenz­a interna di Gian Luca Vignale, campione di preferenze, e da sempre molto vicino ai dossier della

Gli altri nomi

Nel centrodest­ra aspirerebb­ero all’incarico anche Abbruzzese e Vignale

sanità, a tal punto da poter reclamare per sé il posto da assessore (anche se molto dipenderà dall’esito delle urne).

Stecco non conferma e nemmeno smentisce di essere il prescelto della Lega. A differenza di Salizzoni, sostenitor­e (senza se e senza ma) alla creazione del nuovo super ospedale unico al posto di Molinette, Cto e Sant’annaregina Margherita, il cosiddetto «Parco della salute», il professore di Vercelli (insegna medicina all’università del Piemonte orientale) punta alla creazione di un nuovo polo ospedalier­o che «mantenga le specificit­à di ciascuna eccellenza» che verrà accorpata: a cominciare da quelle materno-infantili. E si prefigge un obiettivo: «Sburocrati­zzare il servizio sanitario, per mettere al centro il paziente».

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