Il meglio dei Genesis nelle corde di Steve Hackett
Arileggere la formazione con cui i Genesis entrarono in studio nell’estate del 1973 per registrare l’album «Selling England by the Pound», vengono ancora i brividi: Peter Gabriel alla voce, Steve Hackett alla chitarra, Tony Banks alle tastiere, Mike Rutherford al basso e Phil Collins alla batteria (e voce). Praticamente il Brasile del progressive rock degli anni 70. Con un titolo che faceva riferimento alla decadenza della cultura folk inglese, minacciata dalle influenze americane, quel disco venne accolto da reazioni contrastanti (soprattutto da parte della critica), invecchiando però molto bene: oggi è considerato uno dei lavori più importanti non solo della band inglese ma del progressive in generale. Ad amarlo parecchio è il chitarrista Steve Hackett, che lo ha più volte definito il suo disco preferito dei Genesis e domani lo riproporrà in versione integrale al Teatro Colosseo. Da decenni ormai quel Brasile non suona più assieme, ma Hackett si presenterà con una squadra solidissima, formata da Roger King (tastiere), Gary O’toole (batteria, percussioni e voce), Rob Townsend (sax, flauto e percussioni), Jonas Reingold (basso e chitarra), Nad Sylvan (voce). E la scaletta non si fermerà al 1973: sono promessi altri brani dei Genesis, un omaggio al disco solista «Spectral Mornings» (che compie 40 anni) e qualche citazione da «At the Edge of Light», il nuovo album che il chitarrista ha pubblicato a gennaio. Inizio alle 21, pochi biglietti ancora disponibili.