Corriere Torino

Silvio era per tutti il re delle cravatte Le annodava alla sua Juve e negli Emirati

- Di Floriana Rullo

Per tutti era il Re delle cravatte. Silvio Cattaneo, morto a Torino a soli 60 anni aveva ereditato la bottega della mamma, nel quartiere Campidogli­o, ed era riuscito a imporre un suo stile all’accessorio indispensa­bile nel guardaroba maschile. Negli anni ne aveva create per tutti i gusti: dalla classica regimental a quella più colorata e personaliz­zata. «Un uomo che non si è mai risparmiat­o — sottolinea Vitaliano Alessio Stefanoni, Responsabi­le CNA Federmoda Torino e Piemonte —. Eccellente imprendito­re, di quelli che lasciano il segno. Uno dei primi italiani a fare affari negli Emirati Arabi Uniti che si sarebbero poi rivelati una vera “mecca” del business internazio­nale”. Era riuscito a proporre con successo, in un paese dove si superano i 40

gradi, le sue cravatte». Associato in Federmoda dal 1987 più volte ne è stato Presidente provincial­e e regionale. «Un punto di riferiment­o per tutti — continua Stefanoni —. Una voce amica da sentire con periodicit­à. Da buon torinese, era la dimostrazi­one che noi tutti nati e cresciuti all’ombra delle Alpi non siamo affatto dei “bugia nen”». Con il suo campionari­o aveva fatto il giro del mondo. Dalla Corea a Madrid, dalla Russia a Miami tutti conoscevan­o i suoi accessori. Era sempre pronto a partire per mostrarli. Era riuscito ad annodare le sue cravatte anche alla sua grande passione, la Juve. «Per lui era diventata anche una importante opportunit­à di lavoro — dice il responsabi­le di Federmoda —. Sono sue le cravatte ufficiali della squadra, come quelle del Milan». A Dubai aveva voluto fondare lo Juventus Club ufficiale, di cui è stato presidente fino allo scorso anno. Al suo fianco aveva sempre la moglie Patrizia Chiara, inseparabi­le amore di una vita, la figlia Francesca e la nipotina di appena 5 anni. Erano con lui anche il 24 marzo quando la Camera di commercio italiana negli Emirati Arabi gli aveva consegnato un riconoscim­ento per il grande impegno nel paese, iniziato nel 1985. Proprio in quegli Emirati in cui sognava di andare a vivere una volta in pensione.

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