Corriere Torino

Santa Croce, il dormitorio dei senzatetto

Sale d’attesa occupate da clochard nell’ospedale di Moncalieri Il sindacato: così non si può lavorare

- Di Massimo Massenzio

La mezzanotte è passata da un pezzo e la sala d’attesa del pronto soccorso è ancora piena. A occupare seggiolini, sedie a rotelle e ogni angolo di pavimento non sono però i pazienti e i loro familiari, ma i clochard che utilizzano i locali dell’ospedale Santa Croce come un dormitorio. Una scena che si ripete ogni notte e, con ogni probabilit­à, anche Giuseppe Ramognino, il pensionato morto il 2 maggio nell’anticamera del Dipartimen­to di emergenza e accettazio­ne, è stato scambiato proprio per uno di loro. Gli «invisibili» che cercano riparo dal freddo e dalla pioggia.

Per accertare le cause del decesso di Ramognino il pm Ciro Santoriell­o ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto l’autopsia che verrà eseguita domani mattina. Nel frattempo i carabinier­i hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorve­glianza e ricostruit­o gli ultimi spostament­i di Giuseppe, 78 anni, che viveva come un eremita in una cascina priva di acqua e corrente elettrica alle porte di La Loggia.

L’anziano era stato ricoverato il giorno prima e aveva firmato il foglio delle dimis

sioni. È rientrato in ospedale senza registrars­i e alle 7 del mattino 3 operatori lo hanno trovato nel bagno del pronto soccorso e lo hanno sistemato su una sedia a rotelle, dove è stato ritrovato senza vita due ore più tardi. Il comportame­nto di due infermieri e un oss dovrà essere valutato dalla Procura, ma nel frattempo il sindacalis­ta Giuseppe Summa, segretario territoria­le di Nursind precisa: «Non è possibile continuare a lavorare in queste condizioni. Le sale d’attesa del pronto soccorso non possono trasformar­si in un centro di accoglienz­a, soprattutt­o negli ospedali dove mancano i vigilanti, come accade a Moncalieri durante la settimana, che possono tenere sotto controllo la situazione». Nei

giorni scorsi il direttore sanitario del Santa Croce Piero Panarisi si era soffermato sul problema: «Abbiamo stipulato accordi con Comune, carabinier­i e polizia locale per indirizzar­e queste persone verso punti di accoglienz­a. Spesso però capita che preferisca­no evitare di recarsi in luoghi dove dovrebbero rispettare regole di entrata e uscita, ma la Prefettura ci invita ad accoglierl­i nelle giornate di freddo. Quindi cerchiamo di farli convivere nel modo migliore con i pazienti e i loro accompagna­tori».

Al Mauriziano, invece, hanno deciso diversamen­te: «Dopo le proteste degli utenti l’azienda è intervenut­a con una circolare che stabilisce che in sala d’attesa può rimanere solo chi necessita di cure — conferma il responsabi­le del Dea Domenico Vallino — La presenza di alcuni personaggi ubriachi e violenti creava tensioni non adatte a un luogo di cura. Chi lamenta problemi di salute verrà comunque controllat­o, ma se non verranno riscontrat­e problemati­che sarà poi allontanat­o dalla sorveglian­za».

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Il ricovero Senzatetto distesi per terra e sulle panchine delle sale d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale di Moncalieri

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