Orrore in via Dina, si dà fuoco e si lancia dal balcone
Protagonista una donna in cura nel centro di salute mentale. È in gravi condizioni
«Sapevamo che sarebbe successo prima o poi. Non dovevano lasciarla tornare». I vicini di casa sono sconvolti dal gesto di Renata, 59 anni, che ieri pomeriggio si è lanciata dal balcone del secondo piano di una palazzina popolare di via Giacomo Dina. In base alle prime ricostruzioni pare che la donna, disoccupata, soffrisse di problemi psichiatrici e fosse in cura presso il Centro di salute mentale di via Gorizia. Intorno alle 14 è uscita dal suo appartamento avvolta dalle fiamme e si è gettata nel cortile interno dalla finestra
● Renata è una donna di 59 anni che ieri pomeriggio si è lanciata dal balcone del secondo piano di una palazzina popolare di via Giacomo Dina
● È in cura nel centro di salute mentale ed è disoccupata delle scale. Con ogni probabilità si è data fuoco versandosi addosso un liquido infiammabile, ma la polizia non esclude la possibilità di un incidente con il fornelletto a gas. «È stata una scena terribile – racconta una dirimpettaia – Parlava a bassa voce, ma stava bruciando viva. Poi si è lasciata cadere». Una pensilina in plexigas ha attutito l’impatto e l’intervento di un condomino, che ha spento le fiamme con il suo maglione, le ha salvato la vita. Le sue condizioni, però, sono molto critiche: ha ustioni sul 40% del corpo, ha riportato gravi fratture al volto ed è ricoverata in prognosi riservata al Cto. «Non poteva stare da sola, in quell’alloggio non ci sono luce e gas da oltre un anno – raccontano gli inquilini di via Dina – Era tornata da una settimana dopo un lungo periodo trascorso in ospedale a causa dei suoi problemi. Nei mesi scorsi i suoi comportamenti e avevano creato parecchio malumore nel palazzo, c’era stata anche un’aggressione ed erano stati avvisati i vigili. Adesso sembrava stesse meglio e si era anche scusata con noi. Stamattina l’abbiamo vista al Csm in via Gorizia, non sappiamo cosa sia accaduto, però era molto preoccupata per un possibile sfratto». Renata, che abitava in quella casa dal 2011, pagava un affitto di 40 euro e aveva accumulato una consistente morosità, ma Atc le aveva proposto un comodo piano di rientro e non aveva nessuna intenzione di revocarle l’assegnazione.
La vicina
«È stata una scena terribile, ho visto tutto», racconta una dirimpettaia