Museo del cinema entra il Mibac
Il presidente Toffetti ha incontrato il sottosegretario Borgonzoni: «Il comitato è pronto ad accogliere un rappresentante del ministero»
Il ministero dei Beni culturali entra al Museo del Cinema. E si prepara a farlo dalla porta principale. «Un posto in più riservato al Mibac nella governance è semplicemente necessario». A dirlo è Sergio Toffetti, che ieri ha lanciato l’invito pubblicamente, alla presenza del sottosegretario Lucia Borgonzoni. E lei ha incassato la proposta con evidente soddisfazione. «Sono piacevolmente colpita — è stato il commento della senatrice —, perché questo invito va proprio nella direzione che abbiamo individuato e del mio modo di lavorare a rete. E non è per nulla scontato, se non del tutto inconsueto, che in situazioni dove in genere siamo noi a chiedere di entrare, sia il Museo stesso ad aprirci le porte. Mi sento anche di affermare che questa iniziativa aiuterà a strutturare ancora meglio i progetti di crescita della regione». Poi ha aggiunto: «Viviamo un mondo in trasformazione, vogliamo intervenire con decreti che potenzino la crescita degli investimenti ed esaltino quella straordinaria forma di “made in Italy” che è il cinema. Vogliamo creare regioni “film friendly” in cui riorganizzare il sistema delle produzioni con procedure e tariffari uniformi. E mi piacerebbe che la prima in Italia fosse proprio il Piemonte, anche grazie alla presenza di una Film Commission così organizzata».
A scendere nei particolari di una proposta tutt’altro che improvvisata è lo stesso Toffetti: «L’attività del Museo è ampiamente sostenuta da Comune, Regione, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo. Il ministero, da parte sua, contribuisce con circa 2 milioni di euro al nostro bilancio. Trovo che sia ovvio, se non necessario, estendere al Mibac una presenza che formalizzi questo rapporto esistente già di fatto». Che si potrebbe tradurre in un posto in più nel comitato di gestione portandolo a sei elementi. «Non necessariamente, ma non ci vedrei nemmeno nulla in contrario. Ne ho parlato in comitato e questo ingresso è parso una cosa naturale. Poi mi sono consultato anche con
Mario Turetta, da poche settimane direttore generale cinema al Mibac, e anche in questo caso l’idea è stata appoggiata fortemente. La lettera ufficiale partirà nei prossimi giorni, ma oggi l’ho voluto comunicare pubblicamente in un contesto adeguato e nella sede che ritenevo più consona».
Un luogo più che simbolico, in effetti, quello di Palazzo Chiablese, storica sede del museo del Cinema tra il 1958 e il 1983, che ieri ha ospitato il convegno «Il sistema cinema in Piemonte: le vie per la crescita e l’innovazione». Un contesto utile a riunire gli operatori culturali della regione per fare il punto sul presente e per programmare al meglio il 2020, dichiarato «Anno del Cinema».
Un incontro in cui si è parlato molto di presente, ma soprattutto di futuro, che Antonella Parigi ha aperto con il suo personale bilancio: «Abbiamo creduto nel sistema cinema sostenendolo fortemente, soprattutto sul cinema di animazione, con l’inserimento di fondi per questo comparto all’interno della finanziaria regionale e con l’attivazione di fondi europei che fortificano la Film Commission, istituzione che deve diventare sempre più soggetto promotore. E poi Torino Film Lab, con i suoi continui successi ai festival, la Scuola Holden e Torino Short Film Market che dimostrano quanto sano e virtuoso sia il sistema produttivo piemontese».
Poi spazio a Film Commission Tp e Fip Film Investimenti, con gli interventi di Paolo Manera e Paolo Tenna; alle realtà degli enti di formazione (Centro Sperimentale di Cinematografia, Scuola Holden, Politecnico, Torinofilmlab, Università degli Studi di Torino) e a quelle, sempre più forti, legate al nuovo polo dell’animazione come Cartoon Italia.
❞ I vertici della
Mole Manderò una lettera ufficiale per chiedere di formalizzare il rapporto
❞ Il governo
L’iniziativa ci aiuterà a fare del Piemonte la prima regione «film friendly»