In processione 25 mila fedeli per le reliquie di Bernadette «Osiamo come ha fatto lei»
L’omelia alla Gran Madre: un’iniezione di speranza
I pellegrini Le preghiere alla santa sono anche rivolte a chi soffre per guarire il male spirituale e fisico L’eredità Queste quattro giornate «ci hanno consegnato un tesoro sconosciuto a tante, troppe persone»
Le persone in attesa già alle sei del mattino, davanti al cancello della Gran Madre, che le porte si aprissero. E la sera la difficoltà di fare capire ai fedeli che era ora di chiudere. E ancora le fiaccole che, per due giorni, hanno illuminato il cielo della chiesa a due passi dal Po come accade nel santuario di Lourdes accanto al fiume Gave. Istantanee di quattro giorni in città della reliquia di Santa Bernadette Soubirous. Un simbolo di Lourdes, arrivato in Italia per i
175 anni dalla nascita della veggente e i 140 dalla morte, che ha attirato alla Gran Madre
25 mila fedeli.
Fino a ieri mattina. Torino ha salutato la teca, in partenza per Asti, con una messa, a cui ha partecipato anche la sindaca Chiara Appendino, celebrata da Cesare Nosiglia. «Queste poche ma intense giornate — ha detto l’arcivescovo nell’omelia — hanno offerto a tanti ammalati e a tutti noi una iniezione di speranza. La nostra preghiera a Santa Bernadette dunque è sì rivolta a chiederle di intercedere per noi e i nostri cari, ma anche per tutti gli scartati, imitando quanto ha fatto per seguire l’esempio di Gesù e di sua Madre, a favore degli altri: malati e sofferenti, che grazie a lei trovano a Lourdes il luogo per guarigione dal male, spirituale e fisico».
E tante richieste di una grazia
per la salute sono arrivate in questi giorni davanti alla teca. E poi preghiere per il lavoro, per trovare nuova fiducia nella vita quotidiana, per un sostegno nell’avvenire. Arrivate da fedeli di tutte le età, tra cui stranieri e tanti ragazzi, ma Nosiglia fa capire che il messaggio cristiano si può diffondere ancora.
«L’occasione di queste giornate — ha concluso monsignor Nosiglia — ci consegna un tesoro che resta purtroppo sconosciuto a tante persone, che pure si dicono cristiane o laiche di buona volontà. La nostra città è una realtà che è stata segnata dai santi della fede nella Provvidenza e nella carità verso i sofferenti. Abbiamo bisogno però di andare oltre e saper osare di più, come ha fatto Bernadette, che difese la sua verità davanti a tutti anche quando la prendevano in giro e la davano per pazza».