Stallworth e il Ku Klux Klan
Come spesso capita nella sua poetica, Spike Lee parte da eventi storici ben precisi relativi alla società americana per costruire un cinema epico e universalmente godibile. Fu così che nacquero capisaldi della sua cinematografia come «Fa’ la cosa giusta», ispirato a una rivolta ad Harlem avvenuta negli anni quaranta, o «Malcom X», tratto dalla autobiografia del celebre attivista per i diritti degli afroamericani, assassinato durante un discorso pubblico a Manhattan nel 1965. Con «Blackkklansman» (domani, al chiostro di Sant’antonio di Chieri alle 21.30; ingresso 4.50/4.00 euro) il regista di Atlanta si cimenta con la storia di Ron Stallworth, primo poliziotto afro americano del dipartimento di polizia di Colorado Springs a infiltrarsi tra le fila del Ku Klux Klan del suo distretto alla fine degli anni ‘70. Lo fa con un’ironia amara e graffiante grazie alla quale colpisce al cuore il Kkk, istituzione tanto tetra quanto impropriamente mitizzata.