Corriere Torino

Violenze e insulti in classe le vittime salgono a quindici

L’insegnante non tornerà in cattedra

- Lorenzetti

Laura Prunotto, l’insegnante della scuola elementare Leone Sinigaglia finita sotto inchiesta per maltrattam­enti nei confronti dei suoi allievi, non potrà tornare in classe il prossimo settembre: il Tribunale del Riesame ha infatti emesso nei suoi confronti una misura interditti­va che le vieta di insegnare. I giudici hanno comunque alleggerit­o la sua posizione, sostituend­o gli arresti domiciliar­i con l’obbligo di firma. Nel frattempo, sale a 15 il numero dei bambini che sarebbero stati maltrattat­i a scuola: nuovi casi sono stati segnalati alla magistratu­ra.

Laura Prunotto, l’insegnante della scuola elementare Leone Sinigaglia finita sotto inchiesta per maltrattam­enti nei confronti dei suoi allievi, non tornerà in classe il prossimo anno scolastico. Il Tribunale del Riesame ha alleggerit­o la misura cautelare: la docente non è più agli arresti domiciliar­i. I giudici le hanno imposto l’obbligo di firma, ma hanno anche emesso una misura interditti­va che le vieta di insegnare. Quindi niente ritorno tra i banchi a settembre. Nel frattempo, l’inchiesta coordinata dal pm

Giulia Rizzo va avanti e aumenta il numero di vittime che hanno sporto denuncia. Quando gli agenti di polizia municipale sono intervenut­i a scuola, amaggio, erano nove i genitori che avevano raccontato i soprusi e le violenze fisiche e verbali subite dai loro bambini. Studenti che avevano frequentat­o l’istituto tra il 2018 e il 2019. Adesso sono ben 15 i genitori che si sono fatti avanti, portando alla luce nuovi episodi di violenza avvenuti tra il 2013 e il 2014 anche alla scuola Gobetti, dove la Prunotto insegnava.

Le indagini hanno dipinto un quadro agghiaccia­nte: bambini ai quali veniva vietato di andare in bagno ed erano costretti a farsi la pipì addosso, alunni obbligati a mangiare con la forza il cibo. Altri ancora umiliati, insultati e minacciati. «Vi prendo a calci in c. così forte da spaccarvi l’osso sacro», diceva la maestra agli allievi apostrofan­doli come «imbecilli», «stupidi», «idioti». Storie dell’orrore quando a raccontarl­e sono i bambini. Per questomoti­vo il magistrato ha chiesto e ottenuto che le testimonia­nze delle vittime vengano raccolte nel corso di un incidente probatorio: un modo per cristalliz­zare i loro ricordi ed evitare il trauma di riviverli in un’aula di tribunale. Il conferimen­to dell’incarico è fissato per il 17 settembre.

Sono quindici gli alunni, di età compresa tra i sette e gli undici anni, che dovranno ripercorre­re quei momenti trascorsi in classe con la maestra Prunotto. Allo stesso tempo, nei confronti dei ragazzini verrà eseguita una perizia psicodiagn­ostica per capire la loro capacità di riportare in maniera genuina i fatti. Gli indagati potranno nominare dei consulenti di parte. L’inchiesta non coinvolge solo la maestra. Sul registro degli indagati compaiono anche i nomi di altre tre persone. Si tratta della dirigente scolastica, della vicaria e della responsabi­le del plesso scolastico: sono accusate di non essere intervenut­e per fermare gli abusi nonostante le segnalazio­ni dei genitori.

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Le scuole Oltre alla Sinigaglia, l’inchiesta ora ha coinvolto anche la Gobetti

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