Caso Dybala: no al Tottenham Macon la Juve è rottura totale
Neanchela chiamata di Pochettino cambia le cose Noal Tottenham, è alta tensione tra Juve e Dybala
Il numero 10 rifiuta anche gli Spurs, nonostante la corte di Pochettino. E salvo rilanci dell’ultimo minuto, ora restano Psg e Inter.
Èuna questione di soldi. È una questione di immagine. È una questione di principio. Qualunque sia il motivo, poco cambia. A meno di una giornata dal termine del mercato di Premier League, quello più ricco e potente, Paulo Dybala rimane un giocatore della Juve. Scaricato dalla Juve. Che sia per questioni solo economiche o pure tecniche, arrivati a questo punto, poco importa. Ciò che conta è che Dybala rischia di restare un caso irrisolto, conpochissime alternative a quelle inglesi che hanno i minuti contati: rimarrebbero il Psg e il Bayern, salvo sorprese, per evitare a Fabio Paratici di arrivare al rush finale senza alternative allo scambio con l’inter per Mauro
Icardi. Nuove storie tese di cui occuparsi eventualmente da domani. E anche i nervi restano tesi, anzi lo sono sempre di più. Perché dopo l’accordo trovato dalla Juve con il Manchester United e saltato in assenza di quello col giocatore e il suo entourage, anche il repentino assalto del Tottenham sembra possa andare a vuoto, salvo rilanci dell’ultimo minuto.
Ma nelle scorse trentasei ore, tra Torino e Londra, c’è stato di tutto. Prima la richiesta di informazioni del Tottenham alla Juve per capire se ci fossero margini per arrivare a Dybala: c’erano, ci sarebbero tuttora, almeno secondo la società bianconera. Che avrebbe accettato i 70 milioni del Tottenham. Poi è arrivata nella notte tra martedì e mercoledì la telefonata di Pochettino a Dybala, per convincerlo, per spiegargli quale ruolo avrebbe avuto in una squadra che arriva dalla finale di Champions League. Poteva essere la mossa in grado di convincere Dybala a lasciare la Torino bianconera per volare in Inghilterra, il feeling con Pochettino era una delle tante cose che mancavano pensando a un’eventuale cessione allo United. Invece no. In mattinata un nuovo incontro a Londra tra Jorge Antùn e i dirigenti della Juve, che hanno proseguito il loro pressing per convincere Dybala ad accettare almeno il Tottenham. Ma le richieste non sono cambiate, né a livello di ingaggio, né per quel che riguarda la quota di 15 milioni pretesa come commissioni: non è Dybala a voler andare via né ad aver scelto l’opzione inglese, quindi la Joya punta i piedi. E di conseguenza è arrivato il rifiuto anche alla proposta del Tottenham, proprio come fatto con lo United: gli Spurs hanno proposto un ingaggio da 8milioni netti a stagione rispetto ai 10chiesti da Dybala, mettendo sul piatto tra i 2 e i 3 milioni di oneri accessori. Un’offerta distante, distantissima dalla richiesta del giocatore. Anche se poi a far saltare il banco primadi cominciare potrebbe essere stata quell’annosa questione legata ai diritti di immagine, condizionata dall’ingombrante presenza di Pierpaolo Triulzi, ex manager dell’argentino e protagonista di un contenzioso delicato.
Insomma, niente da fare. Salvo colpi di scena. Nonostante la pressione della Juve, non c’è stato modo di far accettare a Dybala l’ipotesi Tottenham, come già con lo United. E così Romelu Lukaku finisce all’inter. E ora il problema è sempre più grande in casa Juve: ricucire il rapporto sembra impossibile. Anche se alla Continassa si lavora come se niente fosse: ieri primo gol di Dybala, capitano, contro il Novara. Un attimo di Joya, piattone mancino su assist di Douglas Costa. In giorni di alta tensione.
Il retroscena
Il tecnico argentino del club londinese telefona a Paulo spiegandogli il piano
Offerta a vuoto
Paratici aveva detto sì ai 70 milioni degli inglesi In giornata possibile ultimo tentativo Spurs
Che succede ora?
Psg e Bayernmonaco le possibili soluzioni alla crisi col numero 10 per evitare l’ipotesi Inter