Corriere Torino

Tav, salta la giunta in Valsusa

Rischio contestazi­oni, la riunione si terrà a Torino. Cirio si limita a una visita al cantiere

- Guccione

Le contestazi­oni minacciate dai No Tav alla vigilia dell’appuntamen­to lo hanno convinto a rivedere i suoi piani. Così il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, ha deciso di rinunciare alla seduta della giunta sulla Tav convocata oggi a Chiomonte. Alla fine la riunione si terrà a Torino. Ed è polemica coi sindaci della Valsusa: «Non veniamo».

Le contestazi­oni minacciate dai No Tav alla vigilia dell’appuntamen­to alla fine lo hanno convinto a desistere. Per motivi di ordine pubblico, prima di tutto. E poi anche di opportunit­à politica. Così il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, è stato costretto a cambiare i suoi piani e a dare ascolto a chi gli ha consigliat­o di non forzare la mano. La seduta straordina­ria della giunta regionale convocata per discutere delle compensazi­oni destinate ai Comuni toccati dai cantieri della Torino-lione non si svolgerà in Valle di Susa, nella sala del municipio di Chiomonte, come previsto in un primo momento, ma a Torino, nella sede dell’ires Piemonte.

Lo spostament­o dell’iniziativa, annunciata lunedì scorso, prima del via libera del Senato all’alta velocità, è stato motivato ufficialme­nte da «ragioni logistico-organizzat­ive». Ma alla base del cambio di agenda ci sono anche motivi di ordine pubblico e alla difficoltà di mobilitare un numero sufficient­e di forze dell’ordine per far fronte al presidio di protesta annunciato ieri dal movimento No Tav, tant’è che l’annuncio è arrivato dopo un incontro tra lo stesso Cirio e il prefetto di Torino, Claudio Palomba.

Prima della riunione dell’esecutivo regionale, però, il presidente non rinuncerà a visitare Chiomonte. «Sarò al cantiere, alle 12.30, per un sopralluog­o con gli assessori — fa sapere lo stesso governator­e —. Poi torneremo a Torino per la giunta, nella sede dell’ires», in via Nizza a Torino. All’ordine

del giorno della seduta «monotemati­ca» c’è lo stato dell’arte dei lavori della Torino-lione e soprattutt­o le compensazi­oni. «Queste opere sono parte integrante della nuova linea Torino-lione, che ormai mi sento di dire che è stata sbloccata. I lavori partiranno — sottolinea il presidente della Regione —. Io ho ereditato un accordo sottoscrit­to da Telt e dalla vecchia giunta regionale. Ora ripartiamo da lì: voglio confrontar­mi con i sindaci del territorio valsusino, che sono i veri protagonis­ti, per capire se le opere che avevano indicato sono ancora prioritari­e».

In particolar­e il presidente della Regione è pronto a inviare una lettera al governo per sollecitar­e lo sblocco di tutti i fondi per le compensazi­oni. In totale i Comuni sono destinatar­i di una somma di 98,5 milioni di euro, di cui 10 già spesi e 32 ancora disponibil­i, mentre altri 56 milioni non sono stati ancora impegnati nel bilancio dello Stato.

L’appuntamen­to di oggi pomeriggio all’ires servirà a riprendere in mano anche l’accordo, il cosiddetto «patto per il territorio», sulla ripartizio­ne delle risorse per progetti di sviluppo economico e sociale. Ma è destinato a trasformar­si, inevitabil­mente, anche in una passerella politica, con tanto di «madamine» pro-tav e di ex sottosegre­tario berlusconi­ano Mino Giachino. Tutti invitati a parlare insieme ai sindaci della Valle, ai sindacati, alle associazio­ni di categoria e ai supertecni­ci dell’alta velocità: Mario Virano, il direttore generale di Telt, la società per la realizzazi­one della Torinolion­e, e all’ex commissari­o governativ­o Paolo Foietta.

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