Cirio e la voglia di guidare l’osservatorio
La Regione punta a un ruolo cuscinetto nel rapporto con i sindaci
Non è detto che torni in vita, dopo essere stato messo in standby dai 5 Stelle al governo. Ma con il via libera all’alta velocità — costato l’apertura della crisi nell’alleanza gialloverde —, l’osservatorio sulla Torino-lione potrebbe risuscitare sotto un’altra forma e prendere casa direttamente in piazza Castello, nel Palazzo della Regione. Non solo un cambio di residenza, ma l’intenzione del presidente del Piemonte, Alberto Cirio, di prendere in mano le redini nei rapporti con i diciassette Comuni toccati dai cantieri per la realizzazione dell’opera e su cui, nei prossimi anni, è destinata a cadere una pioggia di 98 milioni di euro in opere di compensazioni.
Per il momento nulla di deciso, ben inteso. È passato troppo poco tempo, dal voto in Senato, per porre a Roma le questioni della riapertura dell’organo consultivo e della nomina di un nuovo commissario governativo, dopo che l’ultimo, Paolo Foietta, era stato fatto decadere dal ministro Toninelli, senza che si provvedesse a rimpiazzarlo. E con l’apertura della crisi di governo, a Palazzo Chigi, è facile immaginare che i pensieri siano concentrati altrove. E però il governatore Cirio — che ieri ha prima visitato il cantiere di Chiomonte e poi riunito la sua giunta per discutere dello stato dell’arte con i supertecnici Mario Virano e Foietta, i sindaci di Susa e Chiomonte, la vice di Torrazza, le categorie produttive e addirittura i protagonisti della mobilitazione Sì Tav, madamine e Mino Giachino — un’idea di massima se l’è già fatta. Non necessariamente la re-istituzione dell’osservatorio, così come si è conosciuto sinora. Ma di sicuro un ruolo di intermediario della Regione nel rapporto con i Comuni della Valle di Susa coinvolti dallo scavo del nuovo tunnel di base del Moncenisio. «A inizio settembre — ha preannunciato il presipartano
dente Cirio al termine della seduta, nel rovente (colpa dell’aria condizionata guasta) salone dell’ires Piemonte in via Nizza — convocherò i sindaci, per discutere con loro sullo strumento più utile da adottare per riaprire il confronto: un nuovo Osservatorio, se lo vorranno, oppure qualcosa d’altro». In ogni caso non si potrà fare a meno di un coordinamento. Le materie su cui discutere non mancano: dalle compensazioni (98 milioni di euro, di cui 56 ancora non disponibili), alla riqualificazione dei 1000 addetti da formare prima che tra un anno e mezzo i nuovi cantieri, fino all’ospitalità degli addetti al cantiere in Valle. È una prima mossa, questa del presidente della Regione, dopo il forfait di undici sindaci alla sua convocazione di ieri (ritirato però dal sindaco di Susa, Pier Giuseppe Genovese). «Se non tutti hanno risposto all’invito è possibile — riflette Cirio — che qualcosa in passato non sia andata per il verso giusto nel rapporto con i Comuni e il territorio». Ora, in questo rapporto, Cirio vuole diventare protagonista. Non a caso, ieri pomeriggio, quando l’ex commissario di governo Foietta, ha fatto un appello affinché (crisi di governo permettendo) sia nominato un suo successore e venga ristabilito l’osservatorio, il governatore ha reagito con freddezza. E ha annunciato che a convocare i primi cittadini, per discutere dei progetti da presentare per ottenere i milioni di euro previsti per le compensazioni, sarà lui stesso. In prima persona.