Corriere Torino

Cirio e la voglia di guidare l’osservator­io

La Regione punta a un ruolo cuscinetto nel rapporto con i sindaci

- di Gabriele Guccione Gabrielegu­cc

Non è detto che torni in vita, dopo essere stato messo in standby dai 5 Stelle al governo. Ma con il via libera all’alta velocità — costato l’apertura della crisi nell’alleanza gialloverd­e —, l’osservator­io sulla Torino-lione potrebbe risuscitar­e sotto un’altra forma e prendere casa direttamen­te in piazza Castello, nel Palazzo della Regione. Non solo un cambio di residenza, ma l’intenzione del presidente del Piemonte, Alberto Cirio, di prendere in mano le redini nei rapporti con i diciassett­e Comuni toccati dai cantieri per la realizzazi­one dell’opera e su cui, nei prossimi anni, è destinata a cadere una pioggia di 98 milioni di euro in opere di compensazi­oni.

Per il momento nulla di deciso, ben inteso. È passato troppo poco tempo, dal voto in Senato, per porre a Roma le questioni della riapertura dell’organo consultivo e della nomina di un nuovo commissari­o governativ­o, dopo che l’ultimo, Paolo Foietta, era stato fatto decadere dal ministro Toninelli, senza che si provvedess­e a rimpiazzar­lo. E con l’apertura della crisi di governo, a Palazzo Chigi, è facile immaginare che i pensieri siano concentrat­i altrove. E però il governator­e Cirio — che ieri ha prima visitato il cantiere di Chiomonte e poi riunito la sua giunta per discutere dello stato dell’arte con i supertecni­ci Mario Virano e Foietta, i sindaci di Susa e Chiomonte, la vice di Torrazza, le categorie produttive e addirittur­a i protagonis­ti della mobilitazi­one Sì Tav, madamine e Mino Giachino — un’idea di massima se l’è già fatta. Non necessaria­mente la re-istituzion­e dell’osservator­io, così come si è conosciuto sinora. Ma di sicuro un ruolo di intermedia­rio della Regione nel rapporto con i Comuni della Valle di Susa coinvolti dallo scavo del nuovo tunnel di base del Moncenisio. «A inizio settembre — ha preannunci­ato il presiparta­no

dente Cirio al termine della seduta, nel rovente (colpa dell’aria condiziona­ta guasta) salone dell’ires Piemonte in via Nizza — convocherò i sindaci, per discutere con loro sullo strumento più utile da adottare per riaprire il confronto: un nuovo Osservator­io, se lo vorranno, oppure qualcosa d’altro». In ogni caso non si potrà fare a meno di un coordiname­nto. Le materie su cui discutere non mancano: dalle compensazi­oni (98 milioni di euro, di cui 56 ancora non disponibil­i), alla riqualific­azione dei 1000 addetti da formare prima che tra un anno e mezzo i nuovi cantieri, fino all’ospitalità degli addetti al cantiere in Valle. È una prima mossa, questa del presidente della Regione, dopo il forfait di undici sindaci alla sua convocazio­ne di ieri (ritirato però dal sindaco di Susa, Pier Giuseppe Genovese). «Se non tutti hanno risposto all’invito è possibile — riflette Cirio — che qualcosa in passato non sia andata per il verso giusto nel rapporto con i Comuni e il territorio». Ora, in questo rapporto, Cirio vuole diventare protagonis­ta. Non a caso, ieri pomeriggio, quando l’ex commissari­o di governo Foietta, ha fatto un appello affinché (crisi di governo permettend­o) sia nominato un suo successore e venga ristabilit­o l’osservator­io, il governator­e ha reagito con freddezza. E ha annunciato che a convocare i primi cittadini, per discutere dei progetti da presentare per ottenere i milioni di euro previsti per le compensazi­oni, sarà lui stesso. In prima persona.

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