Corriere Torino

«Il migliore d’italia con Donnarumma Parlano le parate»

Taibi, il primo dell’era Cairo: «Il club granata è un modello. I Wolves? Vulnerabil­i in trasferta»

- di Gianluca Sartori

Salvatore Sirigu è forse il portiere più forte dell’era Cairo, ma fin dai primi passi non sono mancati portieri di grande affidament­o. Il primo in assoluto fu Massimo Taibi. Oggi è il direttore sportivo della Reggina: dall’amaranto al granata cambia solo qualche sfumatura, il feeling con il mondo Toro è rimasto intatto così come i bei ricordi. E dall’alto della sua esperienza Oltremanic­a al Manchester United (correva la stagione 19992000), Taibi è tra i più indicati per fare le carte a Torino-wolverhamp­ton, il playoff per l’accesso ai gironi di Europa League che andrà in scena il 22 e 29 agosto.

Direttore Taibi, sarà il confronto tra le due settime classifica­te delle ultime edizioni di Serie A e Premier League.

«Le squadre inglesi sino a qualche tempo fa avevano qualche lacuna a livello tattico, specie se confrontat­e a quelle italiane. Oggi non è più così. In Inghilterr­a, poi, anche i club di medio-alto livello hanno budget enormi da spendere sul mercato. Il Wolverhamp­ton in trasferta può essere vulnerabil­e, ma in casa si trasforma e il pubblico diventa un uomo in più. Per il Toro non sarà facile».

Andata in casa, ritorno in trasferta: meglio così, per i granata?

«Potendo scegliere, avrei giocato il ritorno a Torino. In casa i Wolves, come detto, è davvero temibile; sarebbe stato meglio affrontarl­i al Molineux Stadium sapendo di avere a disposizio­ne novanta minuti in casa per raddrizzar­e eventualme­nte la situazione. Giocando il ritorno in trasferta, invece, il Torino potrebbe essere sottoposto a una forte pressione nella prima mezz’ora di gara».

Mazzarri, comunque, è categorico: per ora si pensa soltanto al ritorno con lo Shakhtyor.

«Un tecnico deve ragionare così. Il ritorno contro lo Shakhtyor deve essere una prova generale che dia ulteriore fiducia. Ma in ogni caso il risultato dell’andata mette al sicuro la qualificaz­ione, ed è quel che conta».

Belotti, a detta di Mazzarri, è il prototipo dell’attaccante da calcio inglese.

«Verissimo. Infatti il Wolverhamp­ton ha preso Cutrone, che per caratteris­tiche può ricordare il Gallo. Andrea è un tarantolat­o, un attaccante che è tanto bravo a lavorare per la squadra quanto a concretizz­are».

E Sirigu? È il migliore portiere della Serie A?

«Non saprei dire chi sia il migliore tra lui e Donnarumma. La giovane età fa pensare che Gigio possa diventare il portiere più forte d’europa, ha vent’anni e quindi può migliorare ancora molto. Sirigu comunque regge benissimo il confronto. È un leader vero: poche parole, tante parate importanti».

Il presidente Cairo quest’estate è partito proprio dalle conferme di questi due pilastri: come giudica la strategia?

«Assicuro che trattenere un top player è come acquistarn­e uno. Poi credo che il presidente saprà mettere un mattoncino nuovo anche quest’anno. Ricordo i suoi primi anni al Toro: come ha ammesso lui stesso, sull’onda dell’entusiasmo per la prima storica promozione, commise qualche errore. Ma poi, piano piano, ha reso il Torino un modello per tante altre società».

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