«No a elemosine piuttosto miglioriamo gli istituti Its»
Ravanelli (Confindustria): «Manca una cultura pro-industria, gli Its vanno ripensati»
«Non è mai stata fatta una cultura pro-industria e i giovani non sono indirizzati a una formazione che andrebbe incontro alle imprese», dice Fabio Ravanelli (Confindustria Piemonte).
«L❞ Se aumentiamo la produttività, salgono anche gli stipendi
a nostra economia ha bisogno di vedersi ridurre il cuneo fiscale e i nostri giovani di imparare ad amare la fabbrica e i nuovi lavori che stanno nascendo». Il concetto è chiaro: preferire un lavoro, anche appassionante, allo stare a casa in attesa di un assegno statale. Solo così per Fabio Ravanelli, numero uno di Confindustria Piemonte, si risolve il problema della competitività e si ricrea un circolo economico virtuoso.
Presidente un commento a caldo su questi dati?
«Non è una norma così potente come era stata presentata. In Piemonte alla fine quasi una domanda su due è stata respinta, diciamo che almeno ci sono aspetti positivi: si liberano risorse per interventi più utili come la riduzione del cuneo fiscale».
Perché il reddito di cittadinanza non funziona?
«Non crea politiche attive del lavoro, ma scoraggia la ricerca di occupazione: un ragazzo che entra in azienda e lavora 40 ore a settimane percepisce solo 200 euro in più di chi beneficia del reddito di cittadinanza».
Forse bisognerebbe alzare gli stipendi…
«Basterebbe ridurre il cuneo fiscale e portarlo a livello degli altri Paesi europei senza gravare sul Pil. Un dipendente che si mette in tasca mille euro, all’azienda ne costa 2.300: è un fattore che riduce la competitività delle nostre imprese».
Come si crea allora nuovo lavoro e ben pagato?
«Se riusciamo a incrementare la produttività, gli stipendi salgono e si premiano i lavoratori che hanno più soldi da spendere e così aumentano i consumi interni».
E la formazione?
«Mancano poi le professionalità giuste perché non è mai stata fatta una cultura pro-industria e i giovani non sono mai stati adeguatamente indirizzati verso quella formazione che andrebbe incontro alle esigenze delle imprese. Gli Its sarebbero uno strumento straordinario, ma vengono considerati scuole di ripiego, questa cultura va cambiata».