Juve e De Ligt, scusate il ritardo
Bonucci fa gli straordinari per tamponare le falle dell’olandese Brio si schiera: «Il futuro è suo, ma deve diventare più cattivo»
FIRENZE De Ligt e delle pene. Messe in preventivo finché si vuole, ma comunque evidenti, nell’approccio alla partita e nella gestione di spazio e tempo nel cuore della difesa bianconera. Con Bonucci a fare gli straordinari per aiutare se stesso e il compagno olandese. Le parole d’ordine sono: «Aspettate e vedrete». Le ha dette a gran voce Koeman, ct dell’olanda.
FIRENZE De Ligt e delle pene. Messe in preventivo finché si vuole, ma comunque evidenti, nell’approccio alla partita e nella gestione di spazio e tempo nel cuore della difesa bianconera. Con Bonucci a fare gli straordinari per aiutare se stesso e il compagno olandese.
Le parole d’ordine sono: «Aspettate e vedrete». Le ha dette a gran voce Ronald Koeman commissario tecnico dell’olanda: «Volete i ritagli di giornale dei miei primi passi a Barcellona?». Poi è andata a finire con la Coppa dei campioni alzata al cielo e in faccia alla Sampdoria di Mancini e Vialli. «Diventerà un top, ma non vorrei sbagliarmi: anche Michel Platini ci ha messo qualche mese per ambientarsi…» ha ricordato Maurizio Sarri alla vigilia della trasferta di Firenze, consapevole del fatto che senza l’infortunio di Chiellini l’ambientamento di De Ligt sarebbe stato molto più graduale.
Il ragazzo d’oro, costato 75 milioni, ha sbagliato parecchio contro il Napoli e contro la Fiorentina ha sofferto tantissimo ogni volta che Chiesa o Ribery lo hanno puntato: «Viene da un altro mondo calcistico — sottolinea Sergio Brio, ex stopper bianconero — da un campionato totalmente differente come quello olandese. Ci vuole tempo per capire come si gioca in Italia, che è diversa anche dalla Champions: ricordate Ronaldo un anno fa, che non segnò nelle prime partite. Chiamiamolo “effetto CR7”, perché se vale per il più forte, vale per tutti. Senza contare che al Franchi è stata deludente tutta la squadra».
In fin dei conti se «lo volevano tutti i primi dieci club d’europa, mai vista una cosa così» — come ha rivelato Fabio Paratici — allora un motivo c’è per forza. E probabilmente risiede nella tempra di De Ligt, che anche con l’olanda dopo un primo periodo disastroso è diventato un leader: «Per accelerare — spiega Brio — deve lavorare, capire, anche guardare i filmati degli avversari. E soprattutto deve gestire le critiche con una forza mentale superiore, senza deprimersi, perché se giochi nella Juve sei diverso dagli altri calciatori di serie A. Sei in una centrifuga e devi essere bravo a superare i momenti difficili. Altra cosa: deve essere un po’ più cattivo, nel senso che si deve far rispettare di più. L’attaccante deve sapere che contro il difensore non passerà mai bello pulito nelle situazioni che contano. Ma il futuro è di De Ligt, su questo non ci sono dubbi. Aspettate e vedrete».
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Il grande ex Se giochi nella Juve sei diverso dagli altri calciatori di serie A