Lotta al rumore, Palazzo Civico ingaggia artisti
Matteo Cionini e Paolo Arlenghi avvicineranno i giovani per promuovere il rispetto
Alti trampoli, cilindri con strani pennacchi, abiti bianchi con dettagli di raso nero, strani «aggeggi» multimediali che proiettano video su persone e palazzi. Non notare Matteo Cionini e Paolo Arlenghi della compagnia Pindarica aggirarsi tra la folla della movida torinese è praticamente impossibile. Il loro scopo? Sensibilizzare i ragazzi sul tema del rumore, del rispetto del sonno altrui, del decoro urbano, sull’abuso di alcolici e droghe e sull’utilizzo del preservativo. Ma in modo leggero e goliardico. E artistico. È questa una delle azioni messe in campo dal Comune di Torino, insieme all’asl e alla cooperativa di artisti Cita, per contrastare il fenomeno della «malamovida» all’interno del più grande progetto europeo Monica, che ha come obiettivo la sperimentazione di tecnologie per facilitare la
gestione della sicurezza e dell’impatto acustico degli eventi all’aria aperta. E infatti Matteo e Paolo non useranno solo le proprie doti di attori e performer, ma anche oggetti che permettono loro di fare video-proiezioni itineranti su persone e pareti. Ad esempio, riescono a fare un alcol test multimediale: «I ragazzi soffiano — racconta Matteo — e su una pergamena appare una nuvoletta con il loro grado alcolico e un personaggio che rappresenta il loro livello, come Superman. Oppure per il tema della guida in stato di ebrezza abbiamo un videogioco con delle macchine durante il quale la visuale, ad un certo punto, si appanna». La compagnia Pindarica ha già messo in «campo» tanti progetti di edutainment, che fondono l’educazione con l’intrattenimento; per Monica il Comune ha chiesto ai due
performer di concentrarsi sul problema del rumore, del caos e dell’inquinamento acustico: «Per questo tema proiettiamo dei fumetti sui palazzi, come quello di un bambino che chiede alla mamma «Dove vive la bella addormentata? Di certo non qui». Oppure facciamo fare ai ragazzi una operazione chirurgica attraverso la pergamena, che posta sulla pancia mostra l’interno del corpo umano. Poi, si vedono gli occhi pian piano chiudersi e la scritta “speriamo qua non viva un chirurgo”», continua Matteo. Che sottolinea: «Il nostro scopo non è proibire ai ragazzi di bere o chiacchierare con gli amici, perché sappiamo che non serve: attiriamo la loro attenzione e stimoliamo la loro curiosità. Poi con noi — conclude — ci sono sempre due volontari dell’asl pronti a informare, dare i volantini del progetto e rispondere a qualunque loro domanda». I prossimi appuntamenti sono nei luoghi più affollati dalla movida torinese: il 19 e 26 settembre e il 18 ottobre in largo Saluzzo a San Salvario, il 19 e il 26 ottobre in piazza Vittorio sempre dalle undici di sera all’una di notte. E sempre sul tema nella mattinata di giovedì 26 settembre, alla Casa del Quartiere di via Morgari, sempre a San Salvario, la Città organizzerà un workshop di formazione sull’uso della comunicazione, mediazione culturale e performance artistiche «per contribuire alla mitigazione degli effetti negativi legati a fenomeni come la movida».