Il centrosinistra chiama i delusi M5S e guarda ai passi di Renzi oltre il Pd
Cantiere 2021, alleanze e possibili scissioni
Il cantiere del centrosinistra per il dopo-appendino muove i primi passi in vista dell’appuntamento con le urne nel 2021. E già si trova a dover fare i conti con chi nel Pd strizza l’occhio (per la verità, più a Roma che sotto la Mole) a possibili alleanze con il M5S anche a livello locale, dopo il matrimonio di convenienza che ha portato alla nascita del governo giallorosso. Per frenare sul nascere qualsiasi tentativo di avvicinamento calato dall’alto, il segretario metropolitano Mimmo Carretta ha proposto di indire una consultazione tra gli iscritti, il cui esito sotto la Mole appare scontato. Più facile però che la faccenda venga chiusa in una direzione provinciale, così da rassicurare gli alleati storici che il perimetro della proposta con cui il Pd si presenterà agli elettori torinesi tra due anni resterà quello del centrosinistra: anche se aperto, nel caso, al contributo di quelli che il capogruppo dem in Sala Rossa, Stefano Lo Russo, ha
definito ancora ieri, alla Festa dell’unità, i «delusi di Appendino». Eccezion fatta per il «civico» e più aperturista Mario Giaccone («Ci sono temi che ci accomunano»), dai Moderati di Mimmo Portas a «Progetto Torino» di Gianguido Passoni la chiusura verso i 5 Stelle è totale. Così come la certezza nell’autosufficienza del centrosinistra, sebbene aperto ai post-grillini. «Nel centrosinistra — mette in chiaro Passoni, già assessore al Bilancio della giunta Fassino — ci sono tutte le energie e le capacità per programmare una nuova visione per la Torino di domani, senza piegarsi a chi è al governo in questo momento. Tutte le questioni aperte, dalla ricucitura delle periferie alla stagnazione economica della città, sono frutto dei fallimenti di Appendino». Un giudizio condiviso anche dal leader moderato Portas, che definisce «folle» l’idea di sostenere «un Appendino bis, insieme a chi ha distrutto la città»: «Noi restiamo nel centrosinistra, ma non so se il Pd farà lo stesso...». Con Renzi a un passo dalla scissione, infatti, il rischio di uno sfaldamento della colazione è dietro l’angolo. Ma non sotto la Mole, dove Lo Russo è speranzoso: «Esiste un centrosinistra che sta elaborando un progetto per far ripartire Torino, coinvolgendo le energie migliori e favorendo anche un rinnovamento equilibrato, un progetto in cui ci sarà spazio anche per raccogliere e re-interpretare in chiave positiva alcune giuste istanze originarie dei 5 Stelle». Ma questo non vorrà dire stipulare un’alleanza con il M5S. Del resto anche per Marco Grimaldi (Lev) «il giudizio sull’esperienza di Appendino è inemendabile: ma alla scarsità di visione e di risultati — avverte — va contrapposta una proposta che, facendo autocritica rispetto al passato, assicuri un ricambio generazionale e, con una visione, traghetti Torino ai prossimi dieci anni».