Corriere Torino

«Agiva contro la sua religione guardando film porno e inneggiava al terrorismo perché non integrato»

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ragazzo subito dopo l’arresto. «Io cercavo qualcuno che mi dava dei consigli». «In ragione di ciò — sottolinea adesso il Tribunale —, Hadouz si era imbattuto in sagge figure da cui cercava di trarre degli insegnamen­ti, non necessaria­mente religiosi».

Nel corso degli interrogat­ori, insomma, era emerso il «disagio esistenzia­le» di un giovane che cercava di «trovare la pazienza necessaria a consentirg­li di affrontare le difficoltà della sua vita». Un ragazzo che era arrivato nel 2014 in Italia «per inseguire il suo sogno di giocare a pallone»

No alla scuola

Il giovane, in Italia dal 2014, non frequentav­a e aveva il sogno di fare il calciatore

e all’età di 15 anni si era ritrovato a vivere in un piccolo comune della provincia di Cuneo, Fossano, con la «vergogna nel relazionar­si agli altri» e la «paura di uscire da solo per strada». Ecco perché si era isolato dal mondo esterno. «Quando non avevo il cellulare mi sentivo male — aveva raccontato al pm Manuela Pedrotta e ai carabinier­i del Ros di Torino —, lo usavo per essere occupato e non pensare ai miei problemi. È diventato un mio amico, mi faceva compagnia».

Hadouz, assistito dagli avvocati Wilmer Perga e Stefania Rullo, è stato invece assolto dall’accusa di aver aderito a una cellula locale dello Stato Islamico. Per lui nessun contatto con «falangi organizzat­e del gruppo terroristi­co», ma solo like e cuoricini sotto i video che incitavano allo «sterminio degli infedeli».

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