Il Qe di Draghi rilancia le azioni di Ubi e Intesa
Incredibilmente, lo spread è sceso a 133 punti. Un miracolo finanziario. Che si è riflesso, almeno in parte, sulla Borsa italiana: l’indice Ftse Mib è tornato sopra la soglia psicologica dei 22.000 punti e l’ultima settimana si è chiusa, generalmente, in modo positivo. Anche per il listino piemontese. Venerdì scorso 19 titoli subalpini hanno evidenziato una quotazione superiore a quella del 6 settembre, a fronte dei 12 che, invece, hanno mostrato un ribasso e uno (Cover 50) risultato con lo stesso prezzo.
Le tre blue chip piemontesi con le migliori performance nella settimana passata sono Buzzi Unicem, Intesa Sanpaolo e Ubi. I due grandi gruppi bancari hanno beneficiato del nuovo bazooka di Mario Draghi, il presidente della Bce che, da Francoforte, non perde occasione per aiutare l’italia. Intesa Sanpaolo ha chiuso a 2,182 euro (+5,56% rispetto al venerdì precedente) e Ubi Banca, che ha come maggior azionista singolo la Fondazione Crc di Cuneo, a 2,555 euro (+7,49%).
Quanto a Buzzi Unicem, ha avuto un incremento del 6% che ne ha riportato il prezzo dell’ordinaria sopra i 20 euro, per la precisione a 20,61. Fra l’altro, la società cementiera di Casale ha fatto segnare sei rialzi quotidiani consecutivi, prestazione non riuscita ad alcuna altra piemontese, nel periodo. Più modesto, invece, l’aumento (+0,38%) della Juventus, comunque a fronte dei ribassi delle altre big locali. Infatti, da un venerdì all’altro, Italgas ha perso il 3,76%, Diasorin il 3,58%, Exor l’1,86% e Fca lo 0,33%. Le due quotate che fanno capo alla famiglia Agnelli-elkann-nasi hanno pagato, soprattutto, le dichiarazioni sfavorevoli del numero 1 operativo di Renault, il quale, al Salone di Francoforte, ha detto che il dossier relativo al matrimonio con Fca non è più sulla sua scrivania. La settimana è finita in rosso anche per Astm (3,3%) e Sias (-2,6%), le due controllate da Gavio destinate alla fusione; per Iren (-1,45%), Reply (3,27%) e Tinexta (-2,6%). Tra le minori, va rilevato il crollo di Visibilia Editore (23,9%, a 0,59 euro, nuovo minimo storico), la società guidata dalla cuneese Daniela Santanchè; la sua capitalizzazione è precipitata a poco più di mezzo milione di euro.