Corriere Torino

«A ottobre nascerà il club riservato ai videoartis­ti»

- Simona De Ciero

Achille Bonito Oliva, Pedro Cabrita Reis, Juliao Sarmento, Marco Gastini, Delfim Sardo. Ugo La Pietra e Michelange­lo Pistoletto. Sono alcuni dei personaggi che Iole Pellion di Persano ha intervista­to negli ultimi tre anni. Una ricerca nata per capire il mondo dell’arte. Classe 1991, terminati gli studi ha iniziato a lavorare nella galleria del padre Giorgio. Ora ha aperto uno spazio espositivo tutto suo, Retecontem­porary.

Di cosa si tratta?

«È il primo spazio in Italia tutto dedicato alla videoarte. Ospiteremo mostre, incontri con artisti, performanc­e e in

stallazion­i interattiv­e. Vogliamo che diventi un club su base associativ­a».

A che punto è il progetto?

«È partito a maggio per gli addetti ai lavori. Abbiamo ospitato la cubana Glenda Leon che sarà anche in mostra alle Ogr per Artissima. E abbiamo sperimenta­to la produzione di “flip book”, libri animati in copie numerate e firmate dall’artista. Un’idea pop per dare alla videoarte una connotazio­ne più leggera. E ora ci prepariamo ad aprire al pubblico il primo ottobre».

Cosa ci aspetta?

«Proporremo una mostra, “Democracia”, un video forte realizzato dal collettivo spagnolo formato da Pablo España e Iván López».

Un video contro il consumismo e le ingiustizi­e del capitalism­o. Tutt’altro che pop.

«Abbiamo deciso di iniziare la programmaz­ione con una riflession­e sulle contraddiz­ioni del nostro tempo. In “Democracia” riecheggia­no grandi episodi di recente attualità, come i movimenti di Occupy Wall Street negli States, le proteste in Russia o la resistenza a Hong Kong. Temi tutt’altro che leggeri».

Perché realizza interviste nelle case degli artisti?

«Per svelare la loro intimità. Come la chiacchier­ata con il portoghese Pedro Cabrita Reis. La mia preferita. È un uomo concreto e senza filtri».

Ha altre interviste in programma in giro per il mondo?

«La prossima sarà a Teresa Sapey. Che vive a Madrid, è piemontese di nascita».

Qual è oggi la tecnica più interessan­te?

«Il mondo dell’arte oggi passa dallo smartphone. E non è un male, perché è lo specchio dei nostri tempi».

Ci sono emergenti torinesi che tiene d’occhio?

«Si. La prossima primavera ospiteremo i Darst Projects, che usano un linguaggio visivo fuori dal comune».

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Con la sua squadra Iole Pellion Di Persano (in piedi)

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