Negli ospedali piemontesi mancano duecento medici
Nella mappa delle carenze di medici di pronto soccorso, Torino è colorata di un rosso tenue: nei suoi ospedali mancano tra i 4 e gli 8 urgentisti, concentrati soprattutto al Martini e al Maria Vittoria. Nella regione la carenza complessiva è di 130 professionisti del settore. Ma a conti fatti, includendo anche i pediatri, oggi sono almeno 200 i dottori che mancano.
Nella mappa delle carenze di medici di pronto soccorso, Torino è colorata di un rosso tenue: negli ospedali cittadini mancano tra i 4 e gli 8 urgentisti, concentrati soprattutto nei pronto del Martini e del Maria Vittoria. Una situazione che inizia a farsi complicata da gestire, ma che ancora tiene. Non è così nel territorio della Asl To4, che comprende Ciriè, Chivasso e Ivrea, dove non si riescono a trovare più di trenta medici addetti all’emergenza. Nella regione la carenza complessiva è di 130 professionisti del settore. I dottori in parte non ci sono proprio, perché l’università non ne forma a sufficienza, e in parte scappano verso reparti più tranquilli, dove si lavorano meno fine settimana e festivi e si porta a casa lo stesso stichiara pendio. Così ormai tutte le Asl devono contattare le carissime agenzie di medici privati a tappare i buchi. A Saluzzo sono scattati gli ordini di servizio. E, ancora, l’ospedale di Novara sta utilizzando gli specializzandi al secondo anno e Savigliano e Biella si fanno aiutare dai medici del 118.
«La situazione peggiora ogni giorno di più», ammette Rivetti del sindacato dei medici Anaao. La sigla è tornata a lanciare l’allarme in Commissione regionale sulla sanità.
Almeno cinque su 38 pronto soccorso piemontesi faticano, già oggi, garantire il servizio. Ma la crisi riguarda anche i pediatri ospedalieri. Secondo l’anaao ne mancano 70: la situazione più critica si vive sempre nella Asl To4 e ad Alessandria dove la carenza è di 10-13 medici. Su 18 ospedali, ben otto impiegano pediatri di agenzie, gli altri si affidano ai pediatri di libera scelta pagati a gettone.
In generale le uniche zone che non soffrono carenze sono Torino, Asti, Novara e l’area di Moncalieri, Chieri e Carmagnola. Ma non consola. A conti fatti, oggi sono almeno 200 i dottori mancanti nella Regione, solo in questi due settori. «Il rischio è che la qualità delle cure peggiori commenta Chiara Rivetti perché i medici delle agenzie cambiano spesso, è complesso integrarli nelle équipe e anche loro ormai sono rimasti in pochi». Il sindacato chiede che la Regione sostenga a Roma l’approvazione rapida dei decreti attuativi del decreto Calabria. La norma permetterebbe agli ospedali di assumere gli specializzandi al quarto e quinto anno.
«Ma a livello nazionale sono stati fatti sondaggi e già sappiamo che il numero degli specializzandi disponibili non sarà sufficiente a tappare i buchi», commenta l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, che rappresenta anche tutti gli assessori alla Sanità italiani.
Il Piemonte va, dunque, avanti con il suo piano che punta ad arruolare in pronto anche laureati in medicina senza specialità che hanno seguito un corso di approfondimento.