Corriere Torino

«Questo mio Bizet è pura immaginazi­one»

«I pescatori di perle» aprirà giovedì la nuova stagione d’opera

- Paolo Morelli

«Mi sento molto fortunato». Ryan Mcadams non fa segreto della propria emozione. Dopodomani dirigerà l’orchestra e il Coro del Teatro Regio ne «I pescatori di perle» di Georges Bizet, titolo che aprirà la stagione d’opera e balletto. Sarà proprio Mcadams, che in passato ha già diretto la «Carmen» (altro capolavoro di Bizet, ma ben più maturo), a portare i «pescatori» per la prima volta al Regio. L’opera arriva nel nuovo e atteso allestimen­to curato da Julien Lubek e Cécile Roussat, due artisti che vengono dalla scuola per mimi di Marcel Marceau e che hanno poi firmato lavori importanti, oltre a essere già stati al Regio con «Didone ed Enea» (nella stagione 2015/2016). Sul palco, i protavano gonisti saranno interpreta­ti da Hamsik Torosyan (Leïla), Kévin Amiel (Nadir), Pierre Doyen (Zurga) e Ugo Guagliardo (Nourabad). «L’opera — racconta Mcadams — è un bel ritratto di un compositor­e, un giovane genio che cerca di trasformar­e tutte le sue influenze in qualcosa di genuino». Il direttore statuniten­se si è già confrontat­o con «I pescatori di perle» nell’esecuzione in forma di concerto del 2015, quando ha guidato l’orchestra Sinfonica Nazionale Rai. «Nella Carmen Bizet ha cercato di descrivere il mondo. Pescatori, invece, è un lavoro di pura immaginazi­one, un amalgama di idee che arridalla cultura in cui era immerso». La prima fu a Parigi nel 1863. Nel lavoro con le persone che hanno contribuit­o alla messa in scena dell’opera è emerso però un altro aspetto. «Una delle cose più belle di questa produzione — spiega Mcadams — è che tutti abbiamo scoperto questa storia insieme, ne abbiamo discusso per crearla. È stata davvero una gioia, perché il processo di ricostruzi­one è la storia stessa dell’opera, adatta soprattutt­o a chi possiede una grande immaginazi­one. In questo teatro ho trovato molte persone così, Torino è una città fortunata ad avere il Regio». Al direttore, tuttavia, sta a cuore soprattutt­o la musica, che riesce a far sentire la voce stessa del giovane Bizet in una costruzion­e più ampia. «La musica è romantica, drammatica. Lui era un ottimo compositor­e ma conosceva anche le possibilit­à della voce umana. Infatti, per questi ruoli, è necessario avere davvero degli artisti totali, servono persone in grado di calarsi completame­nte all’interno dei personaggi». La visione di Mcadams è quella di una società complessa ricreata dall’opera. «Il mio lavoro — dice — è condurre e consentire ai cantanti di esprimersi al meglio. Provo a riprodurre il mondo». Un approccio sviluppato dopo essere letteralme­nte cresciuto in un teatro, con il padre direttore e la madre cantante lirica.

«I pescatori di perle» sarà in cartellone fino al 20 ottobre. Nel frattempo, da oggi, si potranno acquistare o rinnovare gli abbonament­i alla stagione dei concerti con l’orchestra e il Coro del Regio e la Filarmonic­a Trt.

Con l’orchestra Rai il maestro aveva diretto l’esecuzione in forma di concerto nel 2015

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Il direttore d’orchestra statuniten­se Ryan Mcadams; a sinistra, un’immagine dell’opera «I pescatori di perle» nel nuovo allestimen­to di Lubek e Roussat
Sul podio Il direttore d’orchestra statuniten­se Ryan Mcadams; a sinistra, un’immagine dell’opera «I pescatori di perle» nel nuovo allestimen­to di Lubek e Roussat

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