Corriere Torino

Donne senzatetto, eroine prive di mantello ma con i superpoter­i

- Paolo Coccorese

● L’obiettivo dell’esposizion­e è quello di favorire una ricerca a «più voci» delle ospiti del Servizio di Ospitalità

Quando a Francesca, il nome è di fantasia, hanno proposto di diventare l’eroina di un’avventura da scrivere, ha subito pensato a quella notte trascorsa sotto un cavalcavia. «Rimasta senza casa, non sapendo dove andare». Preoccupat­a, ma non troppo. «Finché non ho capito che ero circondata dai topi — ricorda —. Ho avuto paura, ma mi sono detta: gli animali non tradiscono, gli uomini sì». Ogni ombra può diventare un pericolo per chi non sa dove andare e, in particolar­e, per le senzatetto come lo era lei. «Le donne che vivono in strada sono in aumento, ma in pochi sembrano vederle», spiega Beppe Quaglia della cooperativ­a Valdocco. Per denunciarl­o ha commission­ato «Homeless heroines», che oggi sbarca al Macro di Roma. Una mostra che ritrae alcune ex clochard torinesi e i loro inaspettat­i superpoter­i. Come Francesca, trasformat­asi in «Influencer»: paladina della natura, con pelle verde e corona di edera, nemica dello smog. «Homeless heroines» è un progetto artistico di Virginia Ruth Cerqua e Irene Pittatore, con la curatela di Lisa Parola. Un lavoro, lungo due anni, intorno alle vite di 12 senza fissa dimora ospiti della comunità di via Sidoli. Un racconto fantastico e a più voci per abbattere gli stereotipi. «Con le foto, un video e alcuni versi poetici, abbiamo voluto restituire l’eroismo di queste donne — spiegano le autrici —. Hanno straordina­rie forze, abilità e resistenze considerat­e, però, marginali dalla società». Come l’eroina «Costanza», che con il suo mantello bianco accudisce una ragazza. È l’alter ego di Simona, altro nome di fantasia, una donna che nonostante tutto ha scelto la missione di prendersi cura degli altri. Ogni avventura, immaginata e fotografic­a, parte da un ricordo. Quello di Simona? «Ero in dormitorio, fuori c’era la neve. Avevo i piedi così gonfi da non poter infilare le scarpe. Mio fratello me ne regalò un paio più grandi», spiega super «Costanza». Eroina come «Andrea», altra protagonis­ta, una donna capace di sdoppiarsi. Si è fatta fotografar­e in un bagno dove ha vissuto per un mese quando la sua vita ha toccato il punto più basso. Prima, insomma, di risollevar­si. Come fanno un po’ tutti gli eroi dei fumetti.

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 ??  ?? Un’esperienza dalla quale emergono frammenti di vita di donne con identità fragili ma capaci al di suggerire capaciti culturali nuove. Sono tratti dal lavoro artistico di «Homeless eroines», che sarà presentato per la prima volta questa mattina alle 11 al Museo Macro Museo D’arte Contempora­nea di Roma
Un’esperienza dalla quale emergono frammenti di vita di donne con identità fragili ma capaci al di suggerire capaciti culturali nuove. Sono tratti dal lavoro artistico di «Homeless eroines», che sarà presentato per la prima volta questa mattina alle 11 al Museo Macro Museo D’arte Contempora­nea di Roma
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