«Facevo snowboard, ora porto l’alpinismo sul palco della danza»
Il «white out» è la perdita di riferimenti spazio-temporali per cui l’alpinista non sa se sta avanzando o retrocedendo. Ed è il titolo scelto da Piergiorgio Milano per la sua coreografia, in scena stasera alle Fonderie Limone per Torinodanza: «Vertigine». Piergiorgio è collegnese e fa parte della schiera degli artisti italiani che hanno preso la strada dell’estero. «Dal 2008 vivo a Bruxelles, ma già dai 21 anni sono andato in Francia, Olanda e Slovenia a completare la mia formazione in circo e coreografia».
È stato allievo di scuole di danza torinesi?
«No, facevo snowboard a Bardonecchia, praticavo capoeira e ho frequentato la scuola di circo Flic. Poi sono partito».
Come nasce il binomio danza-montagna?
«Ho iniziato per il progetto “Vertigine”. Mi sono chiesto come la montagna con la sua maestosità e poesia potesse essere portata in teatro. Da qui gli spunti creativi di “White out”. C’è anche un testo che si sposa con le immagini. E poi c’è la mia spinta a lavorare al confine tra diverse arti. Ho cercato anche un taglio cinematografico, a livello di scene, “inquadrature”, drammaturgia sonora».
In che modo dunque la montagna le parla?
«Mi sono concentrato sull’alpinismo, sulla resistenza, sulla volontà, sulla concentrazione, sulla capacità di mettersi in pericolo. Ho riflettuto sul senso di queste caratteristiche e sullo sforzo di incamminarsi verso qualcosa di più elevato, verso una connessione con quello che ci circonda e con il nostro essere».