Il social che piace alle star sportive raccoglie oltre mezzo milione
Sportclubby mette in contatto sportivi e strutture. «Puntiamo a 500 mila utenti» Nel capitale le juventine Sara Gama e Cecilia Salvai e il cestista Giuseppe Poeta
«Stiamo già parlando con investitori esteri». Biagio Bartoli è la mente dietro Sportclubby, la piattaforma social che mette in contatto sportivi e strutture gestendo il tempo libero di oltre 100 mila italiani a cui piace stare in forma. Da ieri ha tanti motivi per guardare fuori Torino: la sua startup ha chiuso il secondo round di finanziamento su Mamacrowd raccogliendo 650 mila euro. Un equity crowdfunding che ha coinvolto anche nomi illustri dello sport professionistico, tra cui Sara Gama, capitano della Juventus.
«Stiamo già parlando con investitori esteri». Biagio Bartoli è la mente dietro Sportclubby, la piattaforma social che mette in contatto sportivi e strutture gestendo il tempo libero di oltre 100 mila italiani a cui piace stare in forma. Da ieri ha tanti motivi per guardare fuori Torino: la sua startup ha chiuso il secondo round di finanziamento su Mamacrowd raccogliendo 650 mila euro. Un equity crowdfunding che ha coinvolto anche nomi illustri dello sport professionistico, tra cui Sara Gama, capitano della Juventus e della nazionale italiana di calcio femminile; e poi l’ex playmaker dell’auxilium, Giuseppe Poeta e ancora un’altra juventina, Cecilia Salvai. Raggiunto l’obiettivo della campagna, la raccolta proseguirà fino al 30 ottobre. A oggi la società ha raccolto oltre 1,4 milioni di euro in poco più di un anno da fondi di venture capital e investitori privati.
Sportclubby, nata tre anni fa, lavorando con 450 strutture di 80 discipline e gestendo 800 mila prenotazioni, è arrivata a fatturare 300 mila euro. Bartoli l’ha creata con Stefano De Amici dopo 15 anni in Deltatre, altro prodigio tutto torinese dell’hi-tech applicato allo sport e alle grandi competizioni che lavora con Bbc, Sony Pictures, Dazn, Fifa e Uefa. «Sono appassionato di squash e il mio problema, ma anche di altri non agonisti, era trovare partner per condividere l’attività fisica — racconta —. Oggi infatti non esiste un portale di riferimento per ricercare la struttura — piscina, campo o palestra che sia —, prenotarla e poi pagarla. Ecco perché abbiamo creato Sportclubby». Il futuro dello sport, secondo Bartoli, è il «multisport». In questo mercato infatti ogni attività si crea la sua app, creando di fatto una parcellizzazione di gruppi: Sportclubby invece fornisce anche un social per gestire gli abbonamenti.
Nella startup di Bartoli e De Amici lavorano 10 persone tra Torino, Chiavari e l’ucraina. «Vogliamo che la nostra piattaforma diventi un punto di riferimento per chi pratica sport e spingere sempre più persone a fare attività fisica, perché fa bene — spiega l’imprenditore —. Non è un caso che stiamo coinvolgendo sempre più “ambassador” per farla conoscere». Gli obiettivi strategici invece prevedono di arrivare ad affiliare mille strutture entro giugno 2020 e coinvolgere mezzo milione di utenti per un traguardo presumibile di 60 milioni di prenotazioni in gestione. Nel capitale di Sportclubby anche il fondo milanese di impact investing Oltre Venture, Wylab, il primo incubatore sportivo italiano, che nasce con Wyscout — piattaforma del calcio professionistico a livello globale, protagonista di una delle più importanti exit nel mondo Sport Tech — Giampiero Rinaudo e Pietro Marini, fondatori di Deltatre.