Ronaldo fa 701, chiamatelo Crsempre
Un destro preciso: è il 701o gol di Ronaldo Paratici: «Oggi è il migliore al mondo» Pjanic: «Bella partita e vittoria meritata Però dobbiamo anche chiuderle prima»
La Juve corre, palleggia, piace. La Juve segna, ma il punteggio rimane a lungo in equilibrio, aperto. Al 94’ la traversa e Buffon difendono il 2-1 (sesta vittoria su sette con un gol di scarto). La Juve vince e resta in vetta con i gol di Ronaldo e Pjanic, ispiratissimi in questa fase della stagione. E il portoghese — che si può chiamare ora anche Crsempre — infilzando il Bologna riduce il numero delle italiane che gli hanno resistito, ora sono tre.
ACristiano Ronaldo basta una partita, anzi pochi minuti, per ritoccare il record, il nick name CR700, e la maglia con quel numero stampato dietro che gli ha appena regalato il presidente, Andrea Agnelli: pronti via, e il portoghese spedisce in porta con un violento rasoterra il regalino di Krejci. Per carità, sul palo del portiere, già sibila il bar Sport, ma il colpo è meno banale di quel che sembra. Del resto, i fenomeni fanno diventare semplice quel che per gli altri è complicato o, a volte, impossibile. E in questa occasione, l’overture di Juve-bologna, Ronaldo esegue il tutto con una rapidità e una precisione imbarazzanti. Come, poco prima, aveva detto il capo dell’area sportiva bianconera, Fabio Paratici: «Per quanto riguarda Cristiano, credo ci sia poco da dire, in questo momento credo sia senz’altro il più grande giocatore del mondo. Penso anche, se non il primo, uno dei più grandi della storia del calcio, quindi per lui anche questo record è normale».
Quello dei 700 gol, pardon 701, cui la Juve aveva reso omaggio prima del calcio d’inizio, con una clip sui maxischermi. Va da sé, contando
❞ Pjanic Dopo la sosta non è mai semplice, ma era importante raccogliere punti
Il sistema 4-3-1-2? Stiamo giocando molto bene, ci troviamo bene, la squadra si diverte
pure le dieci reti che CR7 aveva segnato ai bianconeri, da nemico.
Il suo graffio ha dato una mano alla Juve, nella partenza di una sfida che, come tutte quelle del ritorno dalle nazionali, nascondeva imboscate: «Sono sempre partite un po’ complicate — aveva spiegato Paratici a Dazn — perché bisogna riattaccare la spina. Noi siamo abituati a giocare ogni tre giorni, quindi già quando lo si fa una volta a settimana è un po’ strano: figurarsi dopo 15 giorni». Poi aveva salutato Sinisa Mihajlovic, applaudito dall’arena: «Per quanto riguarda il Bologna è un’ottima squadra, ottime individualità, e ha un grande tecnico, a cui personalmente
e come club facciamo un grandissimo in bocca al lupo, lui sa che è un amico e qui da noi ha grandi estimatori». Insieme a CR7, quello che ha deciso la notte è stato Miralem Pjanic, che a una gran partita, da verticalizzatore totale ha aggiunto il gol della vittoria. «Loro sono in forma e sono messi bene in campo — spiega il regista — e ci hanno creato difficoltà. Ma alla fine abbiamo avuto tante occasioni, e abbiamo meritato». Le insidie del calendario le temeva anche lui: «Dopo la sosta non è mai semplice, ma era importante raccogliere punti e andare avanti in classifica». Si parla di modulo, anche, con quel 4-3-1-2 che Sarri ha lanciato dopo l’infortunio di Douglas Costa: «Stiamo giocando molto bene — osserva Pjanic — ci troviamo bene e la squadra si diverte. Dobbiamo solo provare a chiudere le partite prima, per stare più tranquilli». Vero.
Pericolo sosta
Il ds bianconero spiega: «Noi siamo abituati a giocare ogni tre giorni Difficile farlo dopo 15»