«San Carlo? Il regista occulto era il portavoce»
Il giornalista e Paolo Giordana, gli uomini forti della sindaca, non si sono mai amati
Non c’era feeling tra di loro, non c’è mai stato. Si sono sfiorati, annusati, sopportati. Hanno vissuto sotto lo stesso tetto per il bene di Chiara, ma lungo i muri di quella difficile coesistenza sono comparse in fretta le prime crepe. Paolo Giordana e Luca Pasquaretta, il più fidato consigliere di Appendino e il più rassicurante guardaspalle che lei potesse desiderare. Il primo era diventato il Richelieu di Palazzo Civico, il Rasputin della sindaca. Il secondo, il suo fedele pitbull. Avrebbero dovuto guidarla in quella sua prima e affascinante avventura politica. L’hanno invece messa in difficoltà già dopo pochi mesi, a causa dei loro caratteri apparentemente inconciliabili. Il faticoso adattamento reciproco del suggeritore e del guardaspalle è ben descritto nelle carte dell’inchiesta giudiziaria sull’ex capo ufficio stampa del Comune, indagato adesso per peculato ed estorsione. E si scopre che già nel novembre del 2017, quando è trascorso solo poco più di un anno dall’inizio di quell’avventura politica, tra i due non corre buon sangue.
Il giorno è il 3, sono le dieci del mattino. Giordana parla con un funzionario del Comune, i due commentano i rumors sulle figure indagate per la tragedia del 3 giugno in piazza San Carlo. Giordana: «Ah.. in arrivo venti avvisi di garanzia.. devo sempre, devo sempre capire che cosa.. di che cosa posso essere accusato.. che cosa ho fatto.. visto che non ho fatto niente..». L’interlocutore dell’ex capo di gabinetto di Appendino dà ragione a Giordana, che poi rifila una prima stoccata all’altro uomo forte della sindaca: «Cioè.. in confronto a me Pasquaretta era il regista occulto.. eh?». «È una valutazione oggettiva», sottolinea il funzionario. «Ma.. interessava a lui..», riprende Giordana. Che aggiunge: «Aveva lui i rapporti.. ha rotto i coglioni lui.. ha gestito lui le trattative per la Juventus.. oh..». E ancora: «Io non mi sono minimamente occupato dell’organizzazione, mi scoccia che come sempre Luca resta fuori.. stia fuori». Il funzionario gli dà ragione: «Ah beh.. cioè.. a me di mettere il maxischermo non me l’hai chiesto tu.. eh?». Di maxischermi la sera del 3 giugno 2017 ce ne sono due in città. Il primo è nel salotto elegante di Torino, il secondo è al Parco Dora. E a proposito di Parco Dora, quasi due mesi più tardi viene pubblicata la notizia che negli archivi di Palazzo Civico non vi sarebbe traccia dei documenti che avrebbero dovuto consentire l’installazione di un maxischermo a Spina 3. Questa volta è Pasquaretta a lamentarsi. Lo fa con il vicedirettore generale Giuseppe Ferrari. È il 27 dicembre 2017. «Hai visto? Come fanno a dire Pasquaretta.. deus ex machina sul Parco Dora», si chiede il portavoce di Appendino. «A me di essere tirato in mezzo.. mi girano un po’ i coglioni.. anche perché.. non facevo io.. il capo di gabinetto», aggiunge. E poi: «Lui ha convocato.. ci sono decine di testimoni.. di riunioni.. come fa a dire al magistrato..». Al magistrato Giordana ha detto che di quel maxischermo se n’era occupato Luca. Che a sua volta, sentito dal pm, ha scaricato le responsabilità sul capo di gabinetto. Che però non ci sta, e parlando al telefono con il solito funzionario del Comune sbotta: «No no perché è un basta.. perché è un bastardo.. adesso lui cerca in tutti i modi di.. far scivolare la colpa..». È la fine di un amore mai nato.