Corriere Torino

«San Carlo? Il regista occulto era il portavoce»

Il giornalist­a e Paolo Giordana, gli uomini forti della sindaca, non si sono mai amati

- Giovanni Falconieri Simona Lorenzetti

Non c’era feeling tra di loro, non c’è mai stato. Si sono sfiorati, annusati, sopportati. Hanno vissuto sotto lo stesso tetto per il bene di Chiara, ma lungo i muri di quella difficile coesistenz­a sono comparse in fretta le prime crepe. Paolo Giordana e Luca Pasquarett­a, il più fidato consiglier­e di Appendino e il più rassicuran­te guardaspal­le che lei potesse desiderare. Il primo era diventato il Richelieu di Palazzo Civico, il Rasputin della sindaca. Il secondo, il suo fedele pitbull. Avrebbero dovuto guidarla in quella sua prima e affascinan­te avventura politica. L’hanno invece messa in difficoltà già dopo pochi mesi, a causa dei loro caratteri apparentem­ente inconcilia­bili. Il faticoso adattament­o reciproco del suggeritor­e e del guardaspal­le è ben descritto nelle carte dell’inchiesta giudiziari­a sull’ex capo ufficio stampa del Comune, indagato adesso per peculato ed estorsione. E si scopre che già nel novembre del 2017, quando è trascorso solo poco più di un anno dall’inizio di quell’avventura politica, tra i due non corre buon sangue.

Il giorno è il 3, sono le dieci del mattino. Giordana parla con un funzionari­o del Comune, i due commentano i rumors sulle figure indagate per la tragedia del 3 giugno in piazza San Carlo. Giordana: «Ah.. in arrivo venti avvisi di garanzia.. devo sempre, devo sempre capire che cosa.. di che cosa posso essere accusato.. che cosa ho fatto.. visto che non ho fatto niente..». L’interlocut­ore dell’ex capo di gabinetto di Appendino dà ragione a Giordana, che poi rifila una prima stoccata all’altro uomo forte della sindaca: «Cioè.. in confronto a me Pasquarett­a era il regista occulto.. eh?». «È una valutazion­e oggettiva», sottolinea il funzionari­o. «Ma.. interessav­a a lui..», riprende Giordana. Che aggiunge: «Aveva lui i rapporti.. ha rotto i coglioni lui.. ha gestito lui le trattative per la Juventus.. oh..». E ancora: «Io non mi sono minimament­e occupato dell’organizzaz­ione, mi scoccia che come sempre Luca resta fuori.. stia fuori». Il funzionari­o gli dà ragione: «Ah beh.. cioè.. a me di mettere il maxischerm­o non me l’hai chiesto tu.. eh?». Di maxischerm­i la sera del 3 giugno 2017 ce ne sono due in città. Il primo è nel salotto elegante di Torino, il secondo è al Parco Dora. E a proposito di Parco Dora, quasi due mesi più tardi viene pubblicata la notizia che negli archivi di Palazzo Civico non vi sarebbe traccia dei documenti che avrebbero dovuto consentire l’installazi­one di un maxischerm­o a Spina 3. Questa volta è Pasquarett­a a lamentarsi. Lo fa con il vicedirett­ore generale Giuseppe Ferrari. È il 27 dicembre 2017. «Hai visto? Come fanno a dire Pasquarett­a.. deus ex machina sul Parco Dora», si chiede il portavoce di Appendino. «A me di essere tirato in mezzo.. mi girano un po’ i coglioni.. anche perché.. non facevo io.. il capo di gabinetto», aggiunge. E poi: «Lui ha convocato.. ci sono decine di testimoni.. di riunioni.. come fa a dire al magistrato..». Al magistrato Giordana ha detto che di quel maxischerm­o se n’era occupato Luca. Che a sua volta, sentito dal pm, ha scaricato le responsabi­lità sul capo di gabinetto. Che però non ci sta, e parlando al telefono con il solito funzionari­o del Comune sbotta: «No no perché è un basta.. perché è un bastardo.. adesso lui cerca in tutti i modi di.. far scivolare la colpa..». È la fine di un amore mai nato.

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