E Luca stringe mani sul red carpet di Grapes in Town
Passeggia sul red carpet di Grapes in Town tra via Gramsci e via Gobetti chiuse al traffico venerdì sera per permettere le degustazioni di vino. Stringe mani. Gli occhi sono dapprima sgranati quasi a trasmettere un senso di stordimento. E il vino non c’entra. Su Luca Pasquaretta — versione jeans e bomberino di mezzo tempo per proteggersi dalla serata umida — pesano le carte dell’inchiesta che lo riguarda. Poi lo sguardo diventa diretto, quasi sfrontato come a dire «Io sono ancora qua» e ne vedrete delle belle. Inutile chiedergli interviste, qualche dichiarazione approfittando magari della serata di relax. Il giornalista ex portavoce di Appendino conosce i tempi della comunicazione. Promette che parlerà, sì che parlerà, ma solo dopo aver chiacchierato con i magistrati in Procura. Intanto passeggia, stringe mani, saluta. Intorno a lui si forma un capannello di torinesi desiderosi di sapere, di interpretare sguardi e strette di mano. Ma il «pittbull» non molla. Un po’ stordito, un po’ sfidante. E Torino continua a interrogarsi.