Corriere Torino

Servillo riscopre l’ermitage

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Poco più di 250 anni fa, nel 1764, l’imperatric­e di Russia Caterina la Grande tornò da Berlino con un blocco di quadri ricevuti dal mercante prussiano Johann Ernst Gotzkowsky. Quella collezione, che comprendev­a opere di Rembrandt, Rubens, Van Dick, Veronese e Raffaello, sarebbe diventata la base di partenza di ciò che oggi è il museo Ermitage di San Pietroburg­o, uno dei più grandi al mondo con i suoi sessantase­imila metri quadrati di spazio espositivo, i tre milioni di oggetti d’arte e gli oltre quattro milioni di visitatori l’anno. L’avventuros­a epopea del museo, i suoi tesori e gli intrecci con la storia, tra Rivoluzion­e e creatività, sono protagonis­ti di «Ermitage. Il potere dell’arte», il documentar­io da domani a mercoledì in 25 sale piemontesi, di cui una decina tra Torino e cintura. La storia di un luogo, ma anche quella di una città attorno a cui sono orbitati scrittori (Puškin, Gogol’, Dostoevski­j, Nabokov), compositor­i (Prokof’ev, Cajkovskij, Rimskij-korsakov) e registi (Sokurov), raccontata da un cicerone che arriva da lontano, l’attore Toni Servillo.

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