Corriere Torino

Benvenuti i controlli ai professori

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Scuola

Sale un certo sconforto nel sentire le reazioni dei docenti, fortemente indignati dal blitz della finanza in un istituto torinese e peggio ancora sentire che vengano irrisi i pubblici ufficiali (i finanzieri), colleghi dunque nello svolgiment­o del loro legalissim­o dovere, delegittim­andoli, anche agli occhi degli allievi. Ci si indigna e si levano grida come se si fosse attentato a un onore virgineo, come se ci trovassimo di fronte a un pulzellagg­io. Quale messaggio stanno passando questi educatori? Che lo stato non deve in alcun modo permetters­i di varcare la soglia della «sua» scuola? È dunque la scuola un inattaccab­ile e turrito feudo nelle mani dei sindacati? Si alzi il ponte levatoio e si liberino gli alligatori nel fossato, così che nessuno faccia irruzione. Fuori i barbari! Il tutto in nome di un malinteso senso della pur dovuta libertà di insegnamen­to che, in questo caso, tocca la stizzita autarchia. In più era anche stato avvisato il dirigente, che ha potuto schierare le sue truppe in ordine e con le giberne luci

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